Cronaca / Bergamo Città
Giovedì 21 Ottobre 2021
Badanti a Bergamo e i vaccini non validi in Italia, la Cisl: «Qualche centinaio i casi a rischio
La richiesta dei sindacati: «Semplificare la normativa per le lavoratrici domestiche».
«Il rischio e la responsabilità sono ancora tutti sulle spalle degli anziani. Se rinunciano all’assistenza di una badante conosciuta, regolarizzata e vaccinata, è facile che la scelta ricada su una badante in nero, e magari senza qualsiasi percorso vaccinale». Giacomo Meloni, segretario Fnp Cisl di Bergamo segnala come anche in provincia inizino a sollevarsi casi relativi alla vaccinazione con Sputnik o con altre tipologie di vaccino non validate in Europa, e alla conseguente irregolarità di assistenti familiari, soprattutto dell’Est, vaccinate ma non riconosciute dal sistema del Green Pass.
«Oltre a doversi sobbarcare delle incombenze del controllo della situazione vaccinale, dell’eventuale e conseguente allontanamento, ora devono anche disquisire sulla qualità del siero che le lavoratrici si sarebbero iniettate».
Sono oltre 5 mila i nuclei familiari anziani in provincia che ospitano una badante regolarmente assunta e registrata. In molte di queste famiglie, il datore di lavoro è lo stesso ultraottantenne o il coniuge convivente: le regole anti Covid e il successivo decreto green pass rischiano di mettere in forte difficoltà, se non proprio in crisi queste persone, perché si troverebbero a carico gli stessi oneri di controllo e eventuale sanzione di un’azienda . Il panorama che si rischia di alimentare è quello di un abbandono da parte delle badanti della casa o il rientro nel giro del nero, che già a Bergamo rappresenta oltre la metà del totale del lavoro di assistenza nelle case, con circa 7000 lavoratrici impiegate senza contratto.
«È una situazione che riguarda a Bergamo qualche centinaio di badanti, tra le 4000 provenienti dall’estero– prosegue il sindacalista dei pensionati Cisl -, ma che mette in difficoltà loro stesse, perché insieme al lavoro perderebbero anche l’alloggio, se fossero conviventi con il loro datore di lavoro, dal momento che la sospensione del contratto lo prevede. È una situazione molto difficile per le famiglie che si trovano a gestire questo problema con la difficoltà sempre più evidente di trovare altro personale da adibire all’assistenza con tutto il disagio che poi deve affrontare anche la persona stessa non autosufficiente che deve essere affidata ad altro personale e ciò crea non pochi problemi. Pensare in questi casi di accollare ai lavoratori domestici il costo di continui tamponi o alle stesse famiglie che già sostengono un peso economico non certo indifferente, non è accettabile».
«Per questo – conclude Meloni - chiediamo al Governo di rendere più semplice la normativa e gli adempimenti per questi datori di lavoro, considerando la loro specifica situazione, continuando nel frattempo a incentivare la vaccinazione delle badanti».
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