Aziende, vaccinazioni al via tra luci e ombre

Stabilite le classi di priorità, ma intanto la campagna per età è già nel vivo. I sindacati: da non sprecare il lavoro fatto con le imprese.

La campagna vaccinale è entrata nel vivo e Inail ha pubblicato il documento tecnico operativo per le vaccinazioni anche in azienda, in modo da fornire i criteri e definire le priorità della somministrazione nei luoghi di lavoro. Un ulteriore passo avanti che, paradossalmente, rischia di non essere utilizzato appieno dalle aziende, proprio per l’accelerazione delle chiamate anche per la fascia dai 40 ai 49 anni.

Bettoni: «Priorità definite»

Il documento, elaborato dall’Inail insieme ai ministeri del Lavoro e della salute, alla Conferenza delle regioni e delle province autonome e alla struttura di supporto alle attività del commissario straordinario per l’emergenza, rappresenta un ulteriore passo in avanti dopo che il 6 aprile è stato sottoscritto il Protocollo tra istituzioni e parti sociali per l’attivazione di punti di vaccinazione nei luoghi di lavoro, cui sono seguiti i chiarimenti sulle procedure da adottare all’interno delle imprese, rispettando i requisiti di efficacia, efficienza e sicurezza. «L’obiettivo – commenta il presidente dell’Inail, Franco Bettoni – è di concorrere alla rapida esecuzione della campagna vaccinale attraverso il coinvolgimento delle realtà produttive, un’iniziativa di sanità pubblica, la cui responsabilità generale e supervisione spetta al Servizio sanitario regionale – prosegue Bettoni -. L’Inail ha fornito il proprio contributo tecnico per definire le priorità della somministrazione nei luoghi di lavoro, nel rispetto del principio di tutela dei lavoratori esposti maggiormente al rischio di contagio».

La classificazione del rischio

Sulla base della classificazione del rischio, i settori di attività sono stati suddivisi in tre macro-gruppi, prendendo in considerazione i parametri di esposizione, prossimità e aggregazione, già contenuti nel documento tecnico dell’Inail approvato dal Comitato tecnico scientifico il 9 aprile 2020, insieme ai dati delle denunce di infortunio da Covid-19 analizzati per incidenza nei diversi settori produttivi. Nelle tre tabelle, articolate in ordine alfanumerico per codice ateco, sono inoltre evidenziati alcuni settori già vaccinati o in corso di vaccinazione, come quelli degli operatori sanitari, dell’istruzione, delle forze dell’ordine e della difesa. Le Regioni potranno poi valutare i piani sulla base del contesto produttivo territoriale e dell’analisi epidemiologica dei focolai osservati nella pandemia. «Nei 27 settori considerati più a rischio sono impiegati oltre 11 milioni e mezzo di lavoratori – conclude Franco Bettoni -. Quelli già vaccinati, in parte o totalmente, sono circa 4,7 milioni, mentre più di 6,8 milioni devono ancora essere immunizzati».

I sindacati: lavoro da non sprecare

Mentre i sindacati spronano le aziende a proseguire nella direzione della vaccinazione dei propri dipendenti, il mondo produttivo si dice soddisfatto per l’approvazione del protocollo e attende il via libera definitivo con la disponibilità dei vaccini. «Rispetto all’entusiasmo iniziale oggi le aziende stanno toccando con mano l’accelerazione della campagna vaccinale che è entrata nel vivo – afferma Angelo Chiari, responsabile salute e sicurezza sui posti di lavoro per Cgil Bergamo -. Se fossimo rimasti in emergenza, avremmo dovuto chiedere alle aziende uno slancio più forte e concreto, mentre oggi molte realtà produttive preferiscono non fermare la produzione. Abbiamo comunque portato avanti un lavoro importante che non andrà sprecato, perché fra qualche mese saremo probabilmente di nuovo nella fase dei richiami e mi auguro che le imprese forniscano il loro supporto, che va inquadrato come una responsabilità sociale su un’iniziativa di sanità pubblica».

Concetto condiviso da Francesco Corna, segretario generale della Cisl di Bergamo. «Quanto studiato oggi per il protocollo può essere sempre utilizzato anche in futuro, soprattutto se dovremo ripetere i vaccini anche in prospettiva, con cadenza annuale – è il pensiero di Corna -. Più passa il tempo e più l’obiettivo di velocizzare le vaccinazioni viene raggiunto in maniera naturale. Giudico positivo il fatto che il mondo produttivo si sia reso disponibile a fare vaccinazioni aggiuntive per arrivare all’immunità di gregge».

Giacinto Giambellini, presidente di Confartigianato Bergamo e tra i fautori del programma di vaccinazione per le piccole e medie imprese, si dice soddisfatto perché «finalmente con i protocolli firmati siamo pronti a partire. Naturalmente ci mettiamo in fila per rispettare la priorità della popolazione più fragile, ma allo stesso tempo evidenziamo che alcune categorie di lavoratori sono esposti a maggiori rischi di contagio, proprio per le loro mansioni, spesso a contatto con il pubblico».

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