Attaccato dai cinghiali, lo salva il cane Tato: «Fate attenzione»

Nembro Dario Capella stava passeggiando di sera nel prato a Trevasco: «Se ci fossero stati dei ragazzini?». Il sindaco: «Il Comune non ha competenza».

Problema cinghiali nella piccola Trevasco, frazione collinare di Nembro a 525 metri d’altitudine con una trentina di abitanti. Da qualche anno ormai i cinghiali sono arrivati in tutte le frazioni collinari del paese seriano facendo danni alle coltivazioni presenti in zona e in questo caso hanno anche aggredito una persona. Nella notte tra lunedì 18 e martedì 19 luglio Dario Capella, 59 anni, residente nel piccolo borgo da una ventina d’anni, stava passeggiando attorno alle 23 nel prato sotto casa, insieme al cane Tato al guinzaglio, quando è stato aggredito da un cinghiale maschio e una femmina con prole al seguito.

A Nembro denunciato un attacco di cinghiali. Video di www.bergamotv.itwww.bergamotv.it

Fino a qua nulla di nuovo, visto che in una situazione del genere il suide va a protezione dei cuccioli: a salvare lo sfortunato protagonista è stato il fidato cane Tato, che ha allontanato una prima volta la coppia, che poi è risalita a monte e per due volte ha cercato nuovamente di caricare Capella, ma fortunatamente senza riuscirci, grazie ancora alla difesa dell’amico a 4 zampe. Tato è un cane corso, arrivato a Trevasco da pochi mesi, adottato da Dario Capella dal Rifugio del Cane di Seriate. «Sono preoccupato – spiega Capella – è capitato a me, ma se ci fossero stati due ragazzini che passeggiavano cosa poteva succedere? Ho voluto segnalare subito la cosa sui social non per polemizzare ma per spiegare alla cittadinanza di fare attenzione. Chi viene a passeggiare la sera deve stare attento, in particolare a questa coppia che mi ha attaccato senza motivo. Negli ultimi anni vedo famiglie di cinghiali composte dagli 8 ai 13 esemplari, non era mai successo nulla, fino a questa volta».

Negli ultimi anni i cinghiali si sono moltiplicati in Bergamasca e in tutta la Regione, dove si è passati dai 7.300 abbattimenti del 2018 ai 14mila del 2021. Il problema è andato aumentando in particolare da quando la figura del cacciatore come operatore faunistico non è stata più utilizzata dalle Polizie provinciali dal 2017, dopo un ricorso al Tar animalista: ora che la legge regionale lo permette e la corte costituzionale lo ha confermato, le Polizie provinciali possono nuovamente coinvolgere i cacciatori.

«La diffusione è endemica in tutta Italia ed in continuo incremento, l’area prealpina e non solo della provincia di Bergamo non ne è indenne –spiega il presidente di Federcaccia Bergamo Michele Bornaghi –. Nella stagione venatoria passata, in provincia di Bergamo sono stati prelevati oltre 2mila cinghiali. Anche quest’anno si denota un prelievo importante: la caccia naturalmente è esercitabile solo nelle zone in cui è consentita. Al fine però di contenere maggiormente il cinghiale, è necessario che i cacciatori nella veste di operatori faunistici vengano coinvolti nelle operazioni di controllo, che rappresentano l’unico modo per prelevare i cinghiali nelle aree in cui è inibita la caccia o in prossimità dei centri urbani. In caso di danni o di presenza vicino alle case è opportuno segnalare il tutto alla polizia provinciale o al Comprensorio di caccia, o al cacciatore della zona».

Il primo cittadino di Nembro Gianfranco Ravasio ha contattato il cittadino, dando qualche suggerimento sul da farsi. «Il Comune non ha alcuna competenza sulla fauna selvatica – spiega – quello che possiamo consigliare ai nembresi è di chiamare la Polizia provinciale. Oltre che a segnalarlo a noi, va fatto soprattutto a coloro che hanno il contatto diretto per intervenire e le conoscenze su come agire. Invitiamo il cittadino a fare attenzione quando si muove nel bosco».

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