Cronaca / Bergamo Città
Mercoledì 13 Maggio 2020
Astino pronto a riaprire da fine giugno
Si scommette sulla stagione culturale
Recuperati chiostro e spazi al piano terra dell’ex monastero, ora la nuova sala conferenze. Rinvenuta una sepoltura rituale del mille avanti Cristo. Sulla via d’accesso previsto l’ampliamento della rotatoria.
Il cantiere di Astino sale ai piani alti. Dopo aver rimesso a nuovo gli spazi del chiostro (ampi lavori sono ancora in corso), il refettorio e le sale attigue, le maestranze incaricate dalla Fondazione Mia mettono una prima bandierina sul primo piano dell’ex monastero, dove sarà ricavata una sala conferenze, adiacente alla torre del Guala. E mentre i lavori procedono spediti Astino si rivela miniera anche per i paleontologi. Sotto il bastione è venuta alla luce una tomba rituale contenente i resti di due cinghiali. La datazione sarebbe straordinaria: 1.000 avanti Cristo.
Estate nel chiostro
Si lavora dunque per riaprire l’ex monastero, in fasi. Il 20 giugno è certo l’avvio della consueta stagione culturale, nel chiostro e al piano terra. Previsto il servizio bar anche se molto dipenderà dai provvedimenti che il governo adotterà in merito alla pandemia. A luglio sarà terminata la prima tranche di lavori al primo piano e a fine agosto le opere edili si saranno concluse anche nelle cantine, dove sarà allestito il ristorante. Con la fine dell’estate si darà inizio ai lavori di ricerca archeologica dentro la cascina convento, futura sede della scuola di cucina. Stanno giungendo invece al termine le indagini della Sovrintendenza sulla tomba rinvenuta durante gli scavi per i locali tecnici, a 4 metri di profondità. Il materiale, che per la dimensione fa pensare a dei cinghiali, è ancora in fase di studio da parte dei paleontologi, impegnati su una datazione puntuale. Sono state ritrovate anche murature e canalizzazioni di epoca medioevale, reperti che saranno valorizzati in una mostra o altre modalità espositive.
Dallo scorso anno la Fondazione ha investito due milioni e mezzo di euro sui restauri e la rifunzionalizzazione degli spazi al piano terra a cui ora si aggiunge un milione e mezzo di euro per gli interventi in corso. Dal placet del governo sulla ripresa dei cantieri, i lavori fervono. E per la prima volta dall’avvio del grande restauro si sale al primo piano, dove ancora la Mia non era intervenuta. «Abbiamo restaurato e consolidato lo scalone per consentire l’accesso alla nuova sala, vogliamo ampliare gli spazi fruiti dal pubblico» rimarca Giuseppe Epinati, direttore della Fondazione e responsabile dei cantieri. E sono diversi gli interventi in corso: la sistemazione della pavimentazione dei vialetti nel cortile interno del chiostro, sostituendo il ghiaietto e posando la pietra arenaria, lavori di impermeabilizzazione e rifacimento della pavimentazione con un nuovo materiale antisdrucciolo sotto la torre del Guala. Migliora l’ingresso dell’ex monastero, con l’abbattimento dei servizi igienici provvisori e la realizzazione di nuove toilette dentro il chiostro. Nelle prossime settimane gli operai lavoreranno anche su via Astino per l’ampliamento della rotatoria di fronte al parcheggio. Da qui sarà realizzato – su sedime esistente – un tratto di percorso ciclopedonale parallelo alla via Astino, fino alla cascina Mulino.
L’Allori torna a casa
È poi in programma l’ultimo intervento che consentirà alla Fondazione Mia di riportare a casa l’«Ultima cena», tela che Alessandro Allori dipinse per il refettorio. Ma le vicissitudini della storia l’hanno portata nel Palazzo della Ragione di Piazza Vecchia: «Procederemo con una pavimentazione in legno provvisoria nel refettorio – spiega Epinati – e successivamente con il trasferimento del famoso dipinto». Il direttore della Fondazione è soddisfatto dell’andamento dei cantieri: «Nonostante la delicatezza degli interventi, che stiamo eseguendo nel massimo rispetto del valore storico del monastero, e le difficoltà operative legate al coronavirus stiamo riuscendo a portare a termine quanto previsto – afferma Giuseppe Epinati –. Il nostro obiettivo resta quello di rendere funzionale e fruibile al pubblico il monastero di Astino, cercando di eseguire i lavori nel minor tempo possibile. I tecnici della Fondazione, i professionisti incaricati e le imprese ci stanno mettendo anima e corpo».
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