Astino, un parco per le api di mille metri quadri: ecco i primi render

IL PROGETTO ESECUTIVO. Uno spazio terrazzato con muri a secco per conoscere il rapporto tra l’uomo e le api con essenze attrattive per gli impollinatori. L’approvazione in giunta del Comune di Bergamo.

La Giunta comunale ha approvato il progetto esecutivo del parco apistico nella valle della biodiversità di Astino. Il progetto, redatto dal Comune di Bergamo, è stato finanziato dalla Fondazione Banco del Monte di Lombardia per un costo complessivo di 125 mila euro.

«Città, Api e Persone», questo il nome del progetto, prevede la creazione su uno spazio terrazzato, storicamente gradonato con muretti a secco e coltivate e oggi in stato di abbandono, di un percorso didattico sul tema del rapporto uomo-ape (con arnie storiche) e sull’importanza degli insetti impollinatori, sia selvatici che allevati, grazie all’allestimento di una superficie di quasi 1.000 metri quadri. I lavori avranno inizio nel prossimo mese di gennaio, rendendo l’area fruibile al pubblico nell’estate 2025.

Il percorso apistico ad Astino: come sarà

Il percorso apistico prevede una serie di azioni dedicate a: rimodulare le scarpate presenti inserendo siepi costituite da essenze con fioriture attrattive per gli impollinatori; tali fasce hanno anche una funzione di sicurezza, costituendo una protezione dalla caduta accidentale sul pendio; creare parcelle gradonate e delimitate con pali di castagno, all’interno delle quali realizzare praterie naturalistiche fiorite utilizzando prevalentemente specie mellifere e nuove piantagioni di erbacee perenni con fioriture appetite dalle api e dagli altri insetti impollinatori; inserire parcelle dedicate a coltivazione agricole particolarmente attrattive per gli impollinatori (es. Facelia: Phacelia tanacetifolia, grano saraceno: Fagopyrum esculentum).

Si provvederà poi alla manutenzione e integrazione del percorso esistente nel bosco per renderlo funzionale all’inserimento del bioparco apistico nella rete delle connessioni e del percorso di visita; creare un percorso di visita in cui declinare il tema dell’apicoltura secondo la sua evoluzione storica: esposizione delle diverse arnie corrispondenti alle diverse tipologie di allevamento collocate all’interno di un percorso temporale ed evolutivo, possibilmente messe nelle condizioni di accogliere le api; incentivare e favorire la nidificazione degli insetti, utilizzando materiali anche di recupero dal parco stesso all’interno del percorso di visita; costruire nuovi percorsi integrati con il contesto paesaggistico attraverso tecniche naturalistiche: cordoli e gradoni in pali di castagno, riempiti con pietrisco spaccato per un progressivo inerbimento naturale; manutenzione e recupero del percorso di risalita preesistente, attraverso tecniche costruttive tradizionali locali: utilizzo di conci in pietra selezionati e rifiniti per costituire dei gradini da posare a secco.

«Valorizzare la Valle della Biodiversità»

«Vogliamo portare sempre più natura in città per salvaguardare la qualità della vita delle persone e la salute dell’ecosistema - spiega l’assessora al Verde del Comune di Bergamo, Oriana Ruzzini –. In questa prospettiva, nella sezione di Astino, l’Orto Botanico ha scelto di realizzare un parco apistico che coinvolge la comunità e riqualifica un’area attualmente non accessibile al pubblico: antichi terrazzamenti, un tempo coltivati a vigneto e successivamente abbandonati, in parte crollati e in parte costituiti da una scarpata inagibile».

«Questo progetto è parte di una più ampia iniziativa che punta a valorizzare la Valle della Biodiversità - prosegue Ruzzini –, migliorandone l’accessibilità e arricchendola di installazioni, con l’obiettivo di trasformarla in un luogo sempre più frequentato da chi cerca esperienze in natura ma è, anche, un tassello importante della nostra visione di città amica delle api: promuovere lo sfalcio differenziato, creare corridoi di fiori e valorizzare le biodiversità vuol dire tutelare gli insetti impollinatori e occuparci della nostra alimentazione. Gli ortaggi, la cui coltivazione dipende dagli insetti impollinatori, è pari al 52% dell’assortimento di prodotti ortofrutticoli normalmente in vendita».

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