Amianto negli orti di via Goisis. «Chiusi per precauzione»

MONTEROSSO. Le indagini confermano la presenza. Tentorio: «Perché non chiudere prima?». Ruzzini: «Seguito l’iter».

I nuovi orti comunali di via Goisis chiudono fino a data da destinarsi, perché negli appezzamenti concessi ai cittadini dal Comune di Bergamo lo scorso aprile è stata certificata (in 6 su 10) la presenza di particelle di amianto, pur «modesta» specificano gli uffici di Palafrizzoni. Il primo raccolto estivo va quindi perduto. Ats ed Arpa dovranno stabilire come procedere per un’eventuale bonifica e Palafrizzoni è pronto a seguire l’iter. Primo passo, la chiusura dei dieci appezzamenti di Monterosso. L’indagine è stata avviata da Palafrizzoni su segnalazione di un ortista e su sollecitazione (tramite interpellanza) della consigliera comunale di Fratelli d’Italia, Ida Tentorio. Che ieri ha denunciato: «La risposta del responsabile al Verde del Comune conferma la presenza di amianto nella misura del 3,6%, con esiti peraltro del 1° agosto e comunicati solo oggi (ieri per chi legge, ndr). È molto grave che si sia provveduto solo ora alla chiusura degli orti e non già a suo tempo, quando gli assegnatari e la sottoscritta con tempestiva interpellanza del 22 luglio avevano segnalato il grave problema».

La versione di Palazzo Frizzoni

L’assessore al Verde Oriana Ruzzini chiarisce che «il Comune ha rispettato i protocolli che non prevedevano l’immediata chiusura degli orti. Solo ora che ci sono stati comunicati gli esiti delle indagini abbiamo deciso, a titolo precauzionale, di chiuderli, in attesa di ricevere direttive su come procedere per un’eventuale bonifica». A scoprire sei frammenti di amianto, lo scorso 18 luglio, un assegnatario dei nuovi orti, realizzati dal Comune su un terreno agricolo. Probabilmente resti di tettoie posizionate da chi in passato coltivava, senza le dovute autorizzazioni, questi terreni . L’assessore Ruzzini ci tiene ad «escludere allarmismi. L’operato degli uffici si rifà alle autorità sanitarie. La decisione di chiudere tutta la particella catastale è precauzionale perché l’amianto risulta pericoloso quando le sue fibre sono sospese nell’aria, quando viene inalato».

Tra le misure preventive previste dalla legge, scrivono gli uffici, «sospendere l’efficacia dei contratti di coltivazione». Ora si attendono direttive da Ats e Arpa: «Dobbiamo capire se sarà necessario bonificare, fino a quel momento gli orti resteranno chiusi».

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