«Altri 40 nuovi treni in Lombardia»
Trenord tra ripartenza e futuro digitale

L’amministratore delegato Marco Piuri: andranno ad aggiungersi ai 185 progressivamente in arrivo. «Nel Piano Marshall della Regione ci sono 350 milioni per i convogli: serviranno anche per collegare Orio».

Cinquanta treni nuovi in più, la sfida digitale, il Covid, la mobilità, la ripartenza e il ruolo di Trenord. A due anni dall’insediamento ai vertici della società (e a pochi mesi del rinnovo del Cda) Marco Piuri, amministratore delegato di Trenord, fa il punto della situazione in una chiacchierata ad ampio raggio sul futuro del trasporto pendolari.

I passeggeri

Verrebbe da dire che è solo questione di tempo «perché la mobilità locale, appena verranno meno le limitazioni e anche un po’ di paura, è destinata a riprendere». Lo dimostra l’evoluzione del servizio ai tempi del Covid 19: «Durante il lockdown portavamo 90 mila persone al giorno con il 40% del servizio, con le riaperture progressive a settembre siamo arrivati a quasi mezzo milione. Ora siamo sulle 230-250 mila e stiamo ragionando sulla riapertura delle scuole».

«Il 2021 potrebbe avere numeri simili agli attuali, almeno fino a quando la situazione non si sarà stabilizzata: prima parte simile a questi mesi, magari con qualche stop and go, e ripresa decisa della curva delle presenze a settembre» spiega Piuri. «Alla fine immaginiamo un 2021 con un 50% di passeggeri, ma senza la riduzione dei costi del 40% come durante il lockdown perché la nostra offerta in termini di capacità sarà a pieno regime. Stimiamo per il 2022 un ritorno all’80-90% della situazione pre-Covid».Ovvero quasi 850 mila passeggeri al giorno.

Il digitale

Il problema diventa però anche capire la tipologia della domanda: «Lavoro da remoto, diverse organizzazioni aziendali, meno spostamenti: ci aspettiamo una riduzione del pendolarismo in senso proprio e una ridefinizione delle fasce di punta tradizionali. Crescerà una mobilità meno sistematica».

Per farvi fronte «dobbiamo essere capaci di lavorare davvero sull’integrazione, che non è solo un incrocio di orari. Dobbiamo essere capaci di analizzare la domanda e sulla scorta di questa capire dove serva davvero il treno e come». Trenord si sta quindi dotando «di strumenti per studiare la mobilità a partire dalle sim degli smartphone, integrate con altri dati. Oggi 100 treni hanno già un sistema di contapersone a bordo, a breve arriveremo ad averli tutti monitorati con diversi sistemi» L’obiettivo è avere una «capacità granulare di lettura del servizio: in questo modo potremo migliorare la gestione operativa e nel contempo dare più informazioni all’utenza tramite l’app».

Il digitale «è la sfida anche sulla vendita dei titoli di viaggio: solo il 10% segue questo canale. Ma aumentare questa quota ci darebbe più certezza su pagamenti e tracciamento». Una curiosità: «In Olanda chi sceglie di fare il biglietto agli sportelli paga un euro in più rispetto a quello digitale».

I nuovi treni

«Abbiamo sempre detto che sarebbero serviti 3-4 anni per il rinnovo della flotta. I treni, al netto del ritardo determinato dal Covid, sono progressivamente in arrivo. Sono 185 in tutto a fronte degli attuali 400 della flotta, il che vuol dire che ne rinnoveremo quasi metà» rileva l’ad di Trenord.

«Nel Piano Marshall della Regione ci sono altri 350 milioni destinati a nuovi treni: l’obiettivo è il 2026, le Olimpiadi, per rinforzare le linee aeroportuali e avere il materiale che ci serve anche per il collegamento con Orio al Serio». Fatti due calcoli vuol dire altri 40-45 treni secondo la tipologia: un Donizetti costa poco meno di 7 milioni, un Caravaggio oltre 10.

Contratti e tariffe

Trenord si appresta a firmare il rinnovo decennale del Contratto di servizio con la Regione: «Stiamo lavorando ad un ridisegno che tenga in considerazione il fatto che in Lombardia il servizio ferroviario regionale è fatto di tanti segmenti ben diversi tra loro. Bisogna tenerne conto, così come dei grandi aggregatori di domanda, a parte quelli della metropoli milanese: penso ad università e ospedali, per fare un esempio» spiega Piuri.

Capitolo tariffe: «Non è un tema che spetta a Trenord, ma personalmente ritengo iniqua la struttura tariffaria attuale perché fa pagare poco a tutti. Sarebbe più corretto far pagare un po’ di più e avere reali politiche di agevolazioni per determinate categorie: ora come ora un precario e un manager pagano la stessa cifra».

Il futuro dell’azienda

Il futuro «è complesso, sicuramente: la pandemia sta colpendo duro anche noi e i nostri conti. Ma abbiamo cominciato un percorso due anni fa e lo stiamo portando avanti. Certo, per fare un salto di qualità serve che tutto il sistema si muova nella stessa direzione, quindi anche l’infrastruttura, eccetera... So che siamo e verremo ancora criticati e tanto, ma poco alla volta stiamo mettendo in fila i vari tasselli. L’obiettivo è fare di Trenord un’impresa di mobilità, non solo di treni: continuiamo a fare i ferrovieri, ma del 2020 e oltre, non del 1980».

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