Alluvione, il dramma di 5 famiglie in via Crocefisso: «Abbiamo perso tutto: noi, dimenticati»

BERGAMO. Dopo il 9 settembre. Acqua in casa a Valtesse, box sommersi, 7 auto e 4 moto da buttare. «Già il giorno prima c’era un fiume giallo in strada».

Fuori dai loro garage, in via Crocefisso a Valtesse, ci sono ancora i sacchi di sabbia in fila per terra. La paura che riaccada è tanta perché il 9 settembre l’alluvione gli ha portato via tutto. È il dramma di 5 famiglie residenti nel condominio al civico 41, di fronte al cantiere della Teb2. Sono arrabbiati perché, dice Ercole Bachenis, «nessuno ha preso coscienza che anche qui c’è un condomino allagato con danni enormi». La loro è una storia unica perché del disastro avevano avuto le avvisaglie il giorno prima, domenica 8 settembre. Nel pomeriggio, verso le 14, avevano chiamato i vigili del fuoco perché in strada si era già formato il fiume giallo che molti video hanno raccontato il giorno successivo. La moglie di Ercole, Daniela, ce ne mostra uno fra quelli che hanno girato con il cellulare.

«I pompieri sono arrivati verso le 18 e hanno ripulito i tombini dai trucioli di legno, la situazione era tornata normale. Alle 5 di mattina mi sono svegliata per controllare il fiume ma non era più un fiume, era diventato un mare»

«I pompieri sono arrivati verso le 18 e hanno ripulito i tombini dai trucioli di legno, la situazione era tornata normale. Alle 5 di mattina mi sono svegliata per controllare il fiume ma non era più un fiume, era diventato un mare». L’acqua è entrata nella loro casa fino a 20 centimetri. I garage sotterranei sono stati sommersi per oltre 3 metri. E così l’ascensore, inondato per altri 30-40 centimetri. «In un quarto d’ora l’acqua è entrata in casa, non potevo aprire la porta. Sono corsa a svegliare mio marito e sono scivolata» dice Daniela. Nel disastro hanno perso quasi tutto.

«Solo noi abbiamo perso 2 auto, 2 moto e gli effetti di oltre 30 anni di matrimonio. In totale qui in via Crocefisso abbiamo dovuto buttare 7 macchine e 4 moto» prosegue Ercole. Il loro timore è che la situazione sia stata aggravata dalla presenza del cantiere del tram. Secondo uno dei vicini di casa, Paolo Merli, «chi ha fatto questi depositi non ha riflettuto sul fatto che lasciandoli scoperti la pioggia avrebbe creato una montagna di acqua e fango». Gli scavi hanno trasformato all’incrocio con via Rosolino Pilo quella che prima era una piana in una conca, «un imbuto».

La paura del fango

I vigili del fuoco sono tornati in via Crocefisso dopo 24 ore esatte, alle 18 di lunedì. «Hanno lavorato per 12 ore consecutive per svuotare l’acqua. I tombini nei garage non drenavano più» continua Daniela. E nutrono dubbi anche verso un’altra opera realizzata a due passi da casa loro. Dall’altra parte della strada rispetto al loro condominio scorre il riolo Valtesse che prosegue accanto ai loro garage in un canaletto («ma il riolo non ha esondato» ci tiene a specificare il signor Merli). Un tronco gigante quella notte ha attraversato la strada trasportato dalla piena e ci è finito dentro. Lì, due giorni dopo l’alluvione, è stato alzato un muretto di circa 30 centimetri per riparare il canale, ma con i lavori è stato realizzato solo un muro frontale e non anche la barriera laterale lungo tutta la loro area garage sotterranea e così, osserva Merli, «se dovesse piovere di nuovo ora l’acqua anziché nel canale finirebbe direttamente nei nostri garage». Il loro stato adesso, dice, è di «disperati». Le assicurazioni spesso non coprono questo tipo di danni e il rischio è di dovere contrarre un mutuo per provvedere a riparare i danni subiti. «Abbiamo ancora in giro il fango. È incredibile» conclude amareggiato Ercole.

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