Cronaca / Bergamo Città
Martedì 04 Marzo 2025
Alloggi Aler, la Regione rivede le regole: «Criteri semplificati e tutela delle fragilità»
VIA LIBERA IN GIUNTA. Ridotti i punteggi per la residenza e più attenzione alle situazioni di bisogno. Franco: risposte efficaci per il diritto alla casa. Tra i destinatari anche polizia locale e infermieri.
Da un lato ci sono le scelte legate all’attenzione per i lavoratori dei servizi pubblici e per le situazioni familiari più fragili, dall’altro lato le modifiche per ottemperare a una recente sentenza civile del Tribunale di Milano. Il risultato è il nuovo regolamento regionale dei servizi abitativi pubblici (le case Aler), approvato ieri dalla Giunta su proposta di Paolo Franco, assessore alla Casa e Housing sociale.
Semplificazione dei criteri di assegnazione
«Le novità approvate – spiega Franco – puntano a semplificare i criteri di assegnazione e tutelare le fragilità, ovvero due pilastri della “Missione Lombardia”, il piano di rilancio delle politiche abitative regionali. Introdurre miglioramenti normativi significa porre le basi per fornire risposte efficaci sul tema del diritto alla casa, interpretando i cambiamenti in atto nella società».
Capitolo lavoratori pubblici: anche il personale della Polizia locale viene inserito tra le categorie che possono ottenere appartamenti pubblici a canone concordato, analogamente a quanto già in vigore per le altre forze di polizia, le forze armate e i vigili del fuoco, «così da facilitare la permanenza degli agenti sul territorio», e viene ampliata la possibilità di destinare alloggi anche agli infermieri e agli occupati del comparto sociosanitario. E ancora: il nuovo regolamento dà la possibilità alle Aler di riservare alloggi a genitori separati o divorziati non assegnatari della casa coniugale, ed è anche prevista la facoltà di emanare specifici avvisi per i disabili gravi o per individuare categorie che possono beneficiare degli appartamenti per «motivi di particolare rilevanza sociale».
«Aiuti a chi lavora nei servizi»
Per Franco, «le misure riguardanti gli appartenenti alla Polizia locale e il personale del settore sociosanitario ampliano le politiche che come Regione stiamo già mettendo in campo per aiutare i lavoratori dei servizi essenziali, ovvero coloro che fanno funzionare i territori ma faticano a trovare una soluzione abitativa praticabile, con il rischio che determinati servizi vadano in sofferenza per la carenza di personale. Inoltre in questo modo si favorisce il cosiddetto mix abitativo rendendo più eterogeneo il tessuto sociale dei quartieri popolari».
La misura legata agli agenti della Polizia locale, prosegue l’assessore, è «un modo per sostenere chi lavora per tutelare la sicurezza e l’incolumità di ciascuno di noi. Gli operatori di polizia rischiano la propria vita tutti i giorni e meritano ogni supporto da parte delle istituzioni. Regione Lombardia è concretamente dalla loro parte e li ringrazia per l’impegno, la competenza e la dedizione che mettono al servizio della comunità».
La sentenza del Tribunale di Milano
C’è anche un punto legato a una recente sentenza civile del Tribunale di Milano, che dava alla Regione 60 giorni di tempo per modificare una voce del meccanismo che definisce i punteggi per le graduatorie nelle domande delle case popolari: secondo la sentenza, il regolamento precedente aveva «carattere discriminatorio» perché prevedeva «l’attribuzione di punteggi per la residenza pregressa sproporzionati rispetto ai fattori significativi della situazione di bisogno alla quale risponde il servizio».
Palazzo Lombardia ha recepito le indicazioni: «In particolare – spiegano dalla Regione – vengono ridotti i punteggi per la residenza in modo che non siano superiori nel massimo a quelli per le altre condizioni di disagio familiare e abitativo e si dispone che i punteggi per la residenza in Comune siano cumulabili solo se collegati a condizioni di disagio familiare o abitativo e che anche ai richiedenti con un periodo di residenza minimo o inesistente sia riconosciuto un punteggio». In più, col provvedimento di ieri «si incrementano i punteggi per alcune condizioni di disagio abitativo come ad esempio per gli sfrattati e si aumentano i punteggi previsti per la condizione economica in modo che non siano inferiori nel massimo a quelli previsti per la residenza in Regione».
Nella bozza del regolamento era prevista anche la possibilità di ottenere un alloggio popolare anche per chi ha una casa a oltre 100 chilometri dal Comune in cui richiede l’appartamento Aler. Un’eventualità contro la quale si è però espressa la commissione, attraverso un parere consultivo. Il tema chilometro, fanno sapere dalla Regione, verrà introdotto in futuro tramite una legge ordinamentale (una sorta di Milleproroghe della Regione) che fisserà il limite a 10 chilometri (ma comunque resterà sempre prevalente il criterio dell’Isee).
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