Allarme riciclaggio: in 6 mesi oltre mille operazioni sospette

IL REPORT. Record di «Sos» inviate alla Banca d’Italia. Bergamo sale al dodicesimo posto a livello nazionale. Attenzione alta contro le infiltrazioni della criminalità.

Le luci e le ombre convivono, fianco a fianco, disegnando un’area grigia che s’allarga. Perché se da un lato c’è un’economia ricca – tradizionalmente ricca – e sana, capace di reggere alle tensioni di una congiuntura non facile, allo stesso tempo c’è chi si muove nelle pieghe oscure della finanza per conquistare e inquinare le imprese.

L’allarme per i tentativi di riciclaggio in Bergamasca rimane alto, anzi pare crescere ulteriormente. È quanto filtra dal nuovo report dell’Unità di informazione finanziaria della Banca d’Italia, l’ente antiriciclaggio che quotidianamente monitora i flussi delle segnalazioni sui possibili illeciti nell’economia. Il bilancio dei primi sei mesi del 2023, pubblicato nei giorni scorsi, indica che in provincia di Bergamo sono state 1.047 le «Sos», cioè le «segnalazioni di operazioni sospette», gli alert che provengono da banche, intermediari finanziari, professionisti (notai, avvocati, commercialisti), money transfer nel momento in cui un operatore individua dei contorni sospetti in una transazione, in un giro di bonifici, in un versamento, in una compravendita immobiliare o – la casistica è amplissima – ad esempio nella variazione di un assetto societario.

Il dato di Bergamo è peraltro in continua crescita, seppur ora lieve: le 1.047 «Sos» del primo semestre 2023 evidenziano infatti un aumento dell’1,1% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno; è in sostanza un nuovo record semestrale, superiore anche alle 1.042 del primo semestre del 2021, il primato precedente

In media sarebbero quasi 6 segnalazioni ogni giorno, festivi inclusi. Il dato di Bergamo è peraltro in continua crescita, seppur ora lieve: le 1.047 «Sos» del primo semestre 2023 evidenziano infatti un aumento dell’1,1% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno; è in sostanza un nuovo record semestrale, superiore anche alle 1.042 del primo semestre del 2021, il primato precedente. Il post-Covid conferma infatti numeri senza precedenti: mettendo a confronto sempre i primi semestri, si passa dalle 835 segnalazioni del 2018 alle 847 del 2019, poi la flessione a quota 662 nel 2020 (l’impatto della pandemia sull’economia si era riverberato anche sulle operazioni sospette), quindi appunto il rimbalzo a 1.042 «Sos» nel 2021, a 1.032 nel 2022 e a 1.047 nei primi sei mesi di quest’anno. Incrociando i dati della Banca d’Italia si coglie anche l’aumento del «peso» del territorio orobico a livello nazionale: le 1.047 segnalazioni del primo semestre pongono Bergamo ora al 12° posto a livello nazionale, mentre un anno fa era al 15° posto.

Il Nord sotto la lente

Dove c’è ricchezza, inevitabilmente s’allungano anche i tentacoli dell’illecito. La nota diramata nei giorni scorsi dalla Banca d’Italia rimarca che «tra le regioni che maggiormente hanno contribuito alla crescita delle Sos nel semestre si rileva il contributo della Lombardia (+8,4%), a fronte di sensibili riduzioni per Puglia (-15,1%), Lazio (-12,4%) e Campania (-11,8%)». In tutta la Lombardia, infatti, le Sos sono cresciute dalle 13.275 del 2022 alle 14.385, e Milano – la prima provincia nella classifica nazionale – ha fatto da traino con 8.049 segnalazioni, con una decisa crescita dell’11,4% rispetto a un anno fa. Ma è rilevante anche il dato di Brescia, che con 1.742 «Sos» conferma il 5° posto a livello nazionale e segna un +7,6%; di contro, diminuiscono le segnalazioni in alcune «piazze» storicamente forti, come Roma (-11,8%), Napoli (-9,6%), Palermo (-1,1%), Caserta (-9,4%) e Salerno (-8,1%), territori a tradizionale presenza mafiosa.

Il documento della Banca d’Italia, letto in chiave nazionale, annota anche alcune tendenze in rafforzamento nella prima parte di quest’anno, come l’aumento delle segnalazioni riferite a operazioni online, «più che raddoppiate, fino ad arrivare a coprire oltre il 10% del totale»: corre sempre più sulla rete, ora, il riciclaggio.

Ma come vanno letti, nel complesso, questi dati? Il rapporto annuale dell’Uif, presentato a luglio e riferito all’intero 2022, consegna alcuni elementi di novità: il 29,6% delle segnalazioni è considerato in realtà a «rischio medio-basso», un flusso rafforzato dall’ampliamento della normativa (più la normativa è stringente, più possono aumentare le segnalazioni «precauzionali»), ma in Lombardia hanno un ruolo decisamente significativo anche gli «alert» legati alle organizzazioni criminali. Dal dossier della Banca d’Italia filtra come nel 2022 siano state 27.500 le «Sos» classificate – in tutto il Paese – «come potenzialmente riferibile agli interessi del crimine organizzato» (il 18% di tutte le «Sos», le altre riguardano criminalità economica «comune»): di queste 27.500 segnalazioni, «il 14,1% riguarda la Lombardia», dove dunque si sono registrate quasi 3.900 operazioni dietro cui si celerebbe il tentativo delle mafie di ripulire denaro sporco e conquistare fette dell’economia legale. Il rapporto annuale presentato a luglio cita anche un recente studio degli esperti di Bankitalia sul «profilo finanziario delle imprese infiltrate dalla criminalità organizzata in Italia»: dalle mappe allegate allo studio, la Bergamasca è segnalata in particolare per infiltrazioni riconducibili a ’ndrangheta e Cosa nostra.

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