Allagamenti in città, un gruppo WhatsApp per aiutare chi è stato colpito

BERGAMO. Con il passaparola nella chat «Emergenza Fango Bergamo» volontari e volontarie in campo per i più fragili: «Andiamo a dare una mano per sistemare, pulire, ma anche per fare due parole, specialmente con le persone più spaventate dalla situazione che stanno vivendo».

«Quando la comunità è in difficoltà, ognuno dà una mano». Riprendendo le tracce del progetto di volontariato «Super Bergamo» nato nel 2020 per dare un supporto pratico al territorio di Bergamo durante l’emergenza Covid, un manipolo di cittadini e cittadine provenienti da diversi mondi associativi della Bergamasca ha creato il gruppo WhatsApp «Emergenza Fango Bergamo» per cercare di aiutare i cittadini più fragili in seguito alla bomba d’acqua che lunedì 9 settembre si è abbattuta sulla Bergamasca e di cui si vedono ancora gli effetti con strade devastate, box e cantine allagate. «Nei momenti di difficoltà ci si unisce. Ci si dà una mano a vicenda», dice Pietro Bailo, tra i promotori del gruppo social insieme, tra gli altri, ad Arci Bergamo e i circoli. Una chiamata a raccolta che si è costituita nel primo pomeriggio di martedì 10 settembre e che, in poche ore, ha creato una rete di cittadini volontari che si sono recati in strada, nei garage e nelle cantine a dare una mano.

«Andiamo a dare una mano per sistemare, pulire, ma anche per fare due parole, specialmente con le persone più spaventate dalla situazione che stanno vivendo», fa presente Bailo. I cittadini maggiormente in difficoltà e più fragili sono gli anziani. I casi vengono segnalati dal passaparola, ma anche il Comune di Bergamo in questo fa la sua parte. «Con il gruppo siamo in collegamento perché è un lavoro di filiera tra la Protezione civile che sta segnalando agli uffici dei Servizi sociali le situazioni più critiche - aggiunge Marcella Messina, assessore alle Politiche Sociali del Comune di Bergamo - Specialmente di anziani particolarmente in difficoltà perché soli o con figli che non riescono ad aiutarli perché impossibilitati a chiedere le ferie dal lavoro. Stiamo intercettando i casi più critici che vengono validati dalla Protezione vivile in accordo con le Politiche sociali».

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