Cronaca / Bergamo Città
Giovedì 05 Maggio 2022
Aiuti per l’Ucraina, il cuore bergamasco: raccolti 1 milione e 200mila euro
La sottoscrizione Mezzo milione già impegnato per l’accoglienza. Monsignor Nozza: «Generosità diffusa». Ranica (Fondazione): «In campo per i più piccoli».
Un milione e 200mila euro raccolti, di cui oltre mezzo milione già impegnato per il sostegno delle attività di accoglienza e d’integrazione dei profughi ucraini sul territorio della nostra provincia, con una particolare attenzione ai più piccoli, ma senza dimenticare le iniziative di soccorso in atto ai confini con l’Ucraina. Dalle strutture di accoglienza messe a disposizione dalle comunità parrocchiali e dai privati, ai progetti di alfabetizzazione, passando per l’integrazione scolastica, le iniziative di ricreazione e, presto, quelle estive: così è già stato impegnato il 44% delle risorse raccolte in due mesi dalla sottoscrizione «Un aiuto per l’Ucraina» promossa dalla Caritas Diocesana insieme a L’Eco di Bergamo e alla Fondazione della Comunità Bergamasca.
Migliaia di donazioni
Una raccolta costruita mattone dopo mattone con migliaia di donazioni, frutto della generosità dei bergamaschi, e che ha saputo replicare l’impegno profuso durante l’emergenza sanitaria di due anni fa, coinvolgendo tante istituzioni locali, che con il loro sostegno hanno contribuito a dare una spinta considerevole alla raccolta.
«Una generosità diffusa»
«È una generosità a due facce, quella messa in campo dai bergamaschi durante questa emergenza – ha detto monsignor Vittorio Nozza, vicario episcopale per i laici e la Pastorale della diocesi e presidente della Caritas Diocesana –. Siamo di fronte a una generosità espressa attraverso il sostegno economico, e la cifra raggiunta fino ad ora è di grande significato.
E c’è poi una generosità che non viene raccontata attraverso le cifre, che viene espressa invece dalle comunità in cui queste persone sono accolte. Una generosità diffusa, alla portata di tutti, espressione di una ricchezza profonda del nostro territorio, attorno alla quale si muovono accoglienza, partecipazione e messa a disposizione di strutture abitative; tutte azioni che concorrono a creare un legame profondo tra chi accoglie e chi è accolto».
«Il ruolo della Caritas è quello di attivare le tante risorse che il nostro territorio possiede. Nel suo Dna c’è il compito di dare anima alle iniziative e di accompagnarle, mettendo anche delle risorse quando ce n’è bisogno».
Fin dalle prime ore dopo lo scoppio della guerra, la Caritas è stata individuata dalla prefettura per fare da «regista» nella fase della prima accoglienza: «Il ruolo della Caritas è proprio quello di attivare le tante risorse che il nostro territorio possiede – ha aggiunto monsignor Nozza –. Nel suo Dna c’è il compito di dare anima alle iniziative e di accompagnarle, mettendo anche delle risorse quando ce n’è bisogno».
I fondi
Tra i soldi già spesi e quelli che saranno utilizzati entro il mese di luglio, sono stati previsti al momento stanziamenti per 529.400 euro. Gli altri fondi, insieme a quelli che arriveranno nelle prossime settimane, serviranno per integrare le azioni di sostegno che stanno via via prendendo forma in questo periodo e per contribuire ai progetti di ricostruzione del Paese che da oltre due mesi è sotto l’attacco dell’esercito russo. Ma iniziamo a vedere com’è stata destinata la prima tranche di aiuti: circa 60mila euro sono stati utilizzati per l’accoglienza degli orfani ospitati a Rota Imagna (si tratta per l’esattezza di 47.400 euro, spesi per il pagamento di vitto e alloggio nei primi dieci giorni dal loro arrivo in valle, e di altri 10mila che serviranno per il loro inserimento scolastico); 50mila euro per i Cre, altrettanti per il progetto «DigEducati» e 252mila per un progetto ancora in via di definizione, che sarà destinato a sostenere le comunità parrocchiali della provincia. Al momento le persone accolte negli appartamenti messi a disposizione nei vari comuni della provincia sono 253, tuttavia il progetto si basa su una stima di 450 profughi.
«Continueremo a fare squadra per stare accanto alla comunità ucraina e, in particolare, ai bambini accolti sul nostro territorio per offrire loro tutto l’aiuto possibile
«Con lo stile della concretezza»
«Considerato il carattere di emergenza, oltre che di urgenza degli interventi, la Fondazione della Comunità Bergamasca si sta muovendo con il consueto stile della concretezza, della trasparenza e dell’efficacia – ha detto il presidente Osvaldo Ranica –. Il primo pensiero nostro e di tutti i promotori della sottoscrizione è andato ai ragazzi, e dunque anche ai giovanissimi profughi accolti a Rota Imagna che, in quanto minori non accompagnati, sono meritevoli di una protezione ancora maggiore.
Inoltre, per favorire la loro integrazione nella comunità che li accoglie, saranno destinati al comprensorio scolastico del territorio 10mila euro per consentire un supporto a questi ragazzi, attraverso l’ingaggio di mediatori culturali. Infine abbiamo previsto un sostegno alle 58 parrocchie bergamasche che hanno messo finora a disposizione servizi di accoglienza e ospitalità a favore degli sfollati in fuga dalla guerra. La forte collaborazione con Caritas, e con tutta la rete di associazioni e istituzioni che hanno aderito alla raccolta fondi non si ferma: continueremo a fare squadra per stare accanto alla comunità ucraina e, in particolare, ai bambini accolti sul nostro territorio per offrire loro tutto l’aiuto possibile».
«Aiuti alle attività sul territorio»
La Caritas si è già impegnata a sostenere con 30mila euro anche l’attività di prima accoglienza del Seminario e del monastero Matris Domini di via Locatelli. Altri 40mila euro serviranno invece per coprire le spese di gestione dell’accoglienza, mentre «con il resto del budget a disposizione – ha detto il direttore, don Roberto Trussardi – continueremo ad aiutare le attività sul territorio in programma nei prossimi mesi e a progettare insieme alla Caritas italiana altri interventi di aiuto e di sostegno nei pressi dell’Ucraina. Al momento l’importante è che tutte le spese sostenute finora sono state coperte, e questo grazie davvero alla generosità dei bergamaschi, che anche in questa occasione hanno dato dimostrazione di grande solidarietà».
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