Cronaca / Bergamo Città
Sabato 30 Maggio 2020
Aiuti e microcredito per le famiglie
La Diocesi sta con i più fragili
Il fondo «Ricominciamo insieme» offre sostegno alle famiglie provate dal Covid. Finanziamenti fino a 20 mila euro per le piccole imprese. «Punto di appoggio».
Insieme sarà meno dura. Le famiglie e piccole imprese più colpite dall’epidemia coronavirus, presto sfociata in emergenza sociale ed economica, non saranno sole. Segno tangibile di vicinanza e di supporto che la nostra Diocesi vuole garantire in questa seconda fase di ripartenza è il fondo da 5 milioni di euro dedicato proprio a loro: famiglie e piccole imprese.
Dopo «Abitare la cura», l’iniziativa promossa da Diocesi, Caritas diocesana, Confindustria, e Sesaab - L’Eco di Bergamo, ora questo nuovo intervento eccezionale, il fondo «Ricominciare insieme» che «vuole “abitare” i primi passi per ricominciare – spiega monsignor Vittorio Nozza, presidente della Caritas diocesana –. L’attenzione che si vuole esprimere attraverso l’avvio del fondo “Ricominciamo insieme” è quella di star dentro il tempo in cui famiglie e piccole attività commerciali, artigianali, imprese, dopo la grande esperienza di emergenza vissuta, cercano di trovare punti di appoggio, oltre che sulle loro forze, di altro tipo, che permettano di costruire gradualmente una sicurezza presentatasi in questa emergenza come molto fragile».
Si tratta di un intervento eccezionale legato al periodo contingente – con un significativo sostegno da parte di IntesaSanpaolo –, che vuole aiutare famiglie, artigiani, commercianti e piccole imprese familiari a reggere e superare l’attuale periodo di crisi e tornare per quanto possibile alla normale conduzione dell’attività lavorativa. Snello e presto accessibile: il fondo è infatti attivo da giugno a dicembre e si propone di contribuire a contenere l’attuale emergenza legata alla riduzione o alla perdita del lavoro o di fatturato derivante dalla pandemia. Ciò attivando «percorsi ponte» che accompagnino i beneficiari verso una graduale ripresa per superare la difficoltà economica. Ecco quindi che per le famiglie in difficoltà per la perdita del reddito con entrate mensili uguali o inferiori a 400 euro a persona viene messo a disposizione un contributo mensile (per tre mesi al massimo) da 600 a 1.200 euro al mese erogato attraverso carta di credito abilitata al pagamento delle sole necessità primarie come bollette, imposte, rate del mutuo o l’acquisto di materiale scolastico per i figli o, ancora, spese per la cura di disabili.
Prende invece la forma del microcredito l’aiuto concesso ad artigiani, commercianti e imprese familiari che, a causa di questa emergenza, abbiamo almeno dimezzato il proprio reddito o fatturato: fino a 20 mila euro il sostegno erogabile alle imprese beneficiarie, restituibili a partire dal 13° mese in 24 mensilità.
«Un’iniziativa da parte della Diocesi di questo tipo – aggiunge monsignor Nozza – intende andare molto vicino al vissuto delle famiglie e di queste piccole entità lavorative, attraverso le comunità parrocchiali, dai presbiteri ai collaboratori, in grado di far emergere i bisogni delle famiglie e anche le attività lavorative ordinarie a dimensione familiare che hanno finora garantito una dignitosa esperienza di vita». L’individuazione e valutazione delle reali situazioni di bisogno legate all’emergenza Coronavirus spetterà infatti ai Gruppi territoriali «Ricominciamo Insieme», parrocchiali o interparrocchiali che effettueranno una prima valutazione delle domande raccolte dalle parrocchie o pervenute via web alla Caritas diocesana Bergamasca.
I gruppi territoriali
Ogni gruppo sarà composto dal parroco (o sacerdote referente della Carità), coadiuvato da pochi componenti scelti tra coloro che compongono i consigli pastorale e affari economici, la Caritas parrocchiale, i volontari del Centro Primo Ascolto e Coinvolgimento e la San Vincenzo. «Un gruppetto che conosca la propria comunità – spiega monsignor Nozza – e in breve tempo faccia emergere i bisogni, in modo che in questi primi tre mesi, fino ad agosto, si possa intervenire tempestivamente soprattutto su casa, mutuo, affitto, avvio della scuola, assistenza all’anziano e alla persona disabile e, da settembre in poi, andare a supportare l’intensa ripresa dell’attività lavorativa, garantendo il più possibile la continuità».
Un accompagnamento, perché la ripresa possa essere vissuta non in solitaria ma in compagnia di chi si prende a cuore i mondi e il luoghi dell’operare quotidiano e della famiglia.
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