Ai Comuni bergamaschi dal Pnrr oltre 600 milioni, il nodo «revisione»

Il PIANO. Cresce il «bottino» dei municipi orobici. Ma resta l’incertezza sulla rimodulazione del governo. Leggi l’approfondimento di due pagine su L’Eco di Bergamo in edicola giovedì 24 agosto.

I Comuni bergamaschi «sfondano» quota 600 milioni di euro. L’ultimo aggiornamento – al 31 maggio – del portale Fondazione Ifel-Anci con le risorse Pnrr assegnate ai municipi conteggia, per la precisione, 601,36 milioni per il nostro territorio. Una crescita di oltre 40 milioni di euro rispetto al precedente «check», fermo al 7 marzo. E la «top ten» assoluta regala alcune sorprese: accanto infatti a realtà di grandi dimensioni come Bergamo, Seriate e Treviglio, a portare a casa somme importanti ci sono Comuni sotto i cinquemila (o persino i mille) abitanti: Carona, Ardesio, Costa Serina.

Il risultato conferma i Comuni della nostra provincia al secondo posto a livello lombardo: più delle nostre amministrazioni incassa nel complesso solo il Milanese, che supera gli 1,4 miliardi. Per i Comuni bergamaschi, la media è di 544 euro per abitante, con forti oscillazioni però tra un territorio e l’altro, in base ai dati dei singoli Comuni. Tra le voci che in primavera hanno fatto crescere il dato orobico, rispetto alla precedente rilevazione, ci sono tra l’altro il bando sulla gestione dei rifiuti, che a fine marzo ha portato oltre 24 milioni per 74 progetti, ma anche il cosiddetto «Foi», «Fondo opere indifferibili», con «rinforzi» su alcune opere per far fronte al caro materiali. E poi lo scorrimento delle graduatorie, di cui di recente hanno beneficiato per esempio, sul capitolo mense, Levate e Spirano.

Guardando alle «missioni», quella più «ricca» per i Comuni bergamaschi rimane legata alla rivoluzione verde e transizione ecologica (364 milioni), con la parte del leone (oltre 187 milioni) al capitolo «Tutela del territorio e della risorsa idrica».

La rimodulazione

A fronte dei numeri importanti e della corsa al rispetto dei tempi, l’estate dei Comuni è segnata anche dalle incertezze scatenate dal’annunciata (dal governo) rimodulazione del Piano. La proposta prevede infatti lo spostamento su altri capitoli di circa 13 miliardi di euro inizialmente destinati ai Comuni. Il governo, anche tramite un intervento in Parlamento del ministro Raffaele Fitto, ha rassicurato sul fatto che le opere in corso saranno salvaguardate attraverso altre fonti di finanziamento, ma la mancanza, al momento, di atti di compensazione messi nero su bianco continua a tenere alto il dibattito. Il presidente di Anci Lombardia, Mauro Guerra, ha parlato di un impatto «per più del 13% dell’importo totale» sui Comuni lombardi per quel che riguarda per esempio gli investimenti di rigenerazione urbana. E i dubbi riguardano anche procedure e modalità di rendicontazione, che potrebbero cambiare se si cambia la fonte di finanziamento (non che fin qui le difficoltà burocratiche siano mancate).

«Ci sono state rassicurazioni sulle coperture – ricorda il vicepresidente di Anci Lombardia e sindaco di Azzano San Paolo, Lucio De Luca – ma, in mancanza di atti formali, non abbiamo riscontri nè in un senso nè nell’altro. I progetti già in essere stanno andando avanti. In mancanza di misure ufficiali, tuttavia, resta il timore che le risorse compensative non ci siano, o non siano sufficienti». Molte amministrazioni orobiche, peraltro, scadranno nel 2024: «Nessuno vuole lasciare situazioni problematiche a fine mandato. E gli enti locali sono quelli che hanno mostrato di rispettare maggiormente la programmazione legata al Pnrr». Qualche esempio l’ha fornito nelle scorse settimane l’Anci stessa: a livello nazionale, sugli asili nido, al 30 giugno risultavano concluse le gare per l’assegnazione del 92% dei lavori.

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