Agosto ancora off limits in alcune case di riposo. La Cisl: «Che cosa si aspetta?»

Il sindacato orobico interviene sulla chiusura delle Rsa alle visite dei parenti.

«Tornare a tenersi per mano è proprio così difficile?». Caterina Delasa, segretaria generale di Fnp Cisl Bergamo, torna a parlare della questione che divide parenti e gestori delle Case di Riposo. Continua, infatti, l’atteggiamento di sostanziale chiusura verso le visite dei famigliari in alcune Rsa, anche in alcune del territorio bergamasco, dopo la seconda circolare ministeriale del 30 luglio che doveva essere chiarificatrice e attuativa.

«Ora l’alibi con cui si fanno scudo alcuni Direttori sanitari, nonché i Responsabili delle strutture, è la protezione delle persone anziane fragili dall’incremento dei contagi a causa della variante delta, smentiti dall’evidenza che il vaccino funziona e quindi, se le persone sono vaccinate, hanno diritto ad incontrarsi a prescindere dall’età e dal luogo, ovviamente, come per tutti, utilizzando al chiuso i dispositivi di sicurezza. La stessa cosa vale per Rds e pure per molti ospedali dove il calvario di ricoverati e parenti continua».

Per la segretaria dei Pensionati Cisl di via Carnovali, questa alzata di scudi che ancora continua «ha certamente a che vedere anche con il mancato ma promesso saldo dei contributi da parte di Regione Lombardia , ma soprattutto con quella forma di discrezionalità lasciata alle strutture che molte interpretano nel modo più restrittivo, ritenendo impensabile perfino che il parente che visita l’anziano possa condurre la sedia a rotelle, per una passeggiata all’interno della struttura. E stiamo parlando di persone assolutamente vaccinate».

«Provo anche a mettermi nei panni di questi “timidi” Direttori sanitari e Responsabili di strutture, al punto da chiedere con forza una sorta di scudo penale per metterli al riparo, in questo tempo di covid, da eventuali denunce improprie di parenti, cosa che credo sia il punto cruciale del loro atteggiamento di chiusura. Siamo ad agosto, con strutture praticamente “Covid free” - conclude Delasa -, cosa aspettiamo ancora?».

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