Affari giù e pochi turisti, un negozio su due chiuso per Ferragosto

Nonostante gli stop dei mesi scorsi, secondo stime Ascom e Confesercenti, tra il 40 e il 60% degli esercizi abbasserà la saracinesca in questi giorni.

C’era una volta, ad agosto, la città chiusa per ferie. Da qualche anno non è più così, anzi: prima della pandemia Bergamo aveva raggiunto punte altissime di attività commerciali aperte anche nelle settimane centrali di agosto. Ora però qualcosa sta nuovamente cambiando, con la tendenza che torna a invertirsi. Nonostante le prolungate chiusure forzate nei mesi dell’emergenza sanitaria, parecchi commercianti hanno deciso di abbassare di nuovo le serrande, soprattutto nelle zone semicentrali della città, nei borghi e nei quartieri. Una contraddizione, dopo che per mesi sono stati costretti a chiudere a causa delle restrizioni dovute ai picchi di contagi? Forse sì, eppure – a conti fatti – per tanti l’estate resta sinonimo di poco lavoro, benché di bergamaschi in città ce ne siano ancora parecchi e anche di turisti ormai se ne vedano un po’ di più, anche se decisamente meno rispetto agli standard degli ultimi anni. Risultato: secondo le stime di Confcommercio e Confesercenti, a chiudere i battenti almeno una settimana a cavallo del Ferragosto saranno tra il 40 e il 60% delle attività commerciali, con alcuni distinguo: in Città Alta e in pieno centro, bar, ristoranti e negozi sono pressoché tutti aperti, mentre in periferia le saracinesche abbassate sono la stragrande maggioranza.

«Con il Ferragosto che cade di domenica – spiega Oscar Fusini, direttore di Ascom Confcommercio –, il periodo di ferie coinvolge due settimane, con i picchi di chiusura che si concentreranno tra questo weekend e i primi giorni di settimana prossima. Chiudono soprattutto le attività del semicentro e di periferia, perché lavorano perlopiù con i residenti, mentre chi vive di turismo in questo periodo continua senz’altro a lavorare». Eppure le serrande abbassate dei locali pubblici, i più colpiti dalle restrizioni in quest’ultimo anno e mezzo, sono parecchie: «Nessuno antepone le vacanze alla sopravvivenza della propria attività – ricorda Fusini –. Chi ha deciso di chiudere, lo ha fatto perché ha capito che non vale la pena tenere aperto. Consideriamo che i ristoranti arrivano da un periodo di lavoro molto impegnativo, che hanno affrontato spesso con poco personale».

Stima una percentuale maggiore di chiusure Confesercenti Bergamo: «Nella città desertificata dall’assenza di turisti e con molti concittadini in ferie – dice il direttore Filippo Caselli –, a restare aperte tutto il mese saranno in media il 40% delle attività commerciali. A tenere le saracinesche alzate, in particolare fuori città, saranno le imprese nelle località turistiche; più chiusure, invece, fra le imprese di quartiere della città, per via delle ferie dei residenti. Chi chiude ha comunque programmato stop di breve durata: pochissimi fermeranno l’attività più di due settimane nel mese. Le imprese che rimangono aperte cercano di recuperare un po’ di liquidità dopo un altro anno complicato che speriamo esserci lasciati definitivamente alle spalle».

I dati Istat sui consumi di giugno sono confortanti: «Il ritorno in zona bianca e l’allentamento delle restrizioni hanno avuto certamente un effetto positivo – prosegue Caselli –, tanto che è stata rilevata una crescita del 14,8% su base annua delle vendite nel settore non alimentare, con una forte accelerazione soprattutto per vendite di abbigliamento e calzature». Tra i commercianti che hanno deciso di lavorare ad agosto, trapelano le difficoltà di tenere aperto in un periodo che resta comunque difficile: «È un ulteriore sacrificio che siamo costretti a fare, anche per recuperare un po’ di liquidità – spiega Domenico Giordano, presidente delle Botteghe di Borgo Palazzo e titolare della pizzeria Marechiaro –. Il Governo ci ha lasciato la possibilità di mantenere i dehors esterni e ci ha dato dei fondi per consentirci di sopravvivere, ed è giusto restare aperti». «È un servizio che garantiamo sia ai turisti che a coloro che non vanno in vacanza – gli fa eco Silvano Grumelli, titolare del ristorante Marienplatz –. Ma capisco anche chi ha deciso di chiudere: tanti mesi di austerity sono stati pesanti». «Io sono qui, anche se tante mie clienti sono in vacanza – dice Delia Facchinetti, titolare della boutique Sperani D –. Mi sentivo in dovere di farlo e poi, vivere la città ad agosto, nel periodo dei saldi, non mi dispiace».

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