Addio a Rina Romagnoli: pilastro della Bonomelli

Il lutto Una lunga vita, durata 92 anni, dedicata ad aiutare chi era in difficoltà.

E’ stata salutata nel pomeriggio di martedì 19 aprile nella chiesa parrocchiale di Loreto Rina Traini, vedova Romagnoli, una figura di primo piano a Bergamo per il suo impegno al servizio degli altri. Una lunga vita, durata 92 anni, dedicata ad aiutare chi era in difficoltà. Dal 2016 la malattia l’aveva costretta a lasciare Bergamo per essere vicina al figlio Diego che vive a Sarteano in Toscana. Ieri il ritorno per l’ultimo abbraccio di coloro che le hanno voluto bene. «Era doveroso che il funerale si facesse nella parrocchia dove ha sempre vissuto, così come lei desiderava – dice il figlio Diego –. Il ricordo che ho portato oggi è quello degli ultimi tempi. Per i primi due anni dal suo arrivo in Toscana è stata quasi incosciente, non era in grado di prendersi cura di sé; poi un giorno si è come risvegliata. Da allora si è ripresa, aveva risentito molte persone. Tanti sono venuti a trovarla. Nel privato della famiglia ci ha saputo donare qualche cosa di profondo e prezioso, ci ha dato tanto amore».

L’impegno nel sociale alla Bonomelli

Dal ritratto pubblico emerge la figura di una donna forte come la ricorda Giorgio Frigeri, presidente della Fondazione Opera Bonomelli: «Con Rina abbiamo condiviso il lavoro fin dalla fine degli anni Settanta. Prima nella San Vincenzo, dove io ero presidente e lei vice. Poi

l’impegno in Bonomelli, dove è stata direttrice amministrativa fino a qualche anno fa». Il ricordo di Frigeri è quello di una «figura carismatica, dal carattere forte e una fede profonda. Era capace con la sua forza morale di essere stimolo per gli altri, anche nelle situazioni più difficili. Insieme abbiamo compiuto una trasformazione della Bonomelli, da alloggio per diseredati, è diventata una struttura inserita in una rete di enti con un progetto di intervento sociale a favore delle persone più deboli». Frigeri sottolinea come in Rina Romagnoli non sia mancata mai l’attenzione alla persona, «che veniva prima di ogni altra cosa, anche quando si dovevano affrontare emergenze, per esempio negli anni in cui la Bonomelli cercava di rispondere ai problemi dell’immigrazione. Lei rappresentava il battaglione d’assalto, io dietro cercavo di far sopravvivere la struttura, anche dal punto di vista delle risorse». Il suo cuore era rimasto alla Bonomelli, sempre in contatto con gli operatori, «in una chat di WhatsApp attraverso cui anche io la aggiornavo».

I ricordi di chi ha lavorato al suo fianco

«Radicata nei valori, ma disponibile al cambiamento – la ricorda così Giacomo Invernizzi, direttore della Bonomelli –. Non era legata a una concezione conservatrice della carità, non aveva paura del nuovo e della sperimentazione con un’apertura che a volte stupiva». Tra chi l’ha apprezzata Giampietro Marcassoli, presidente dell’associazione «Il cortile di Ozanam», nata dall’esperienza della San Vincenzo: «Ricordo che Rina aveva voluto essere tra i soci fondatori. Sorprendeva per la capacità di intravedere nuove risposte alle nuove povertà; credeva che si dovesse lavorare nell’ambito della famiglia. Fino a quando è riuscita ha lottato con tutte le sue energie mettendosi sempre a disposizione». Marcassoli ricorda che fu pure tra i soci fondatori del Csv Bergamo, che aveva sostenuto all’avvio anche con risorse personali, tanto credeva nel progetto: «Ne era stata vicepresidente, ma poi aveva fatto un passo indietro per lasciare spazio ad altri». Membro del Consiglio delle Donne del Comune sin dagli inizi per vent’anni, ha lasciato un ricordo indelebile in Santina Coppetti e Luisa Carminati come «donna generosa e disponibile, sempre in prima linea per chi aveva bisogno, attenta, sensibile, propositiva, entusiasta e preparata, tra le fondatrici dell’associazione Aiuto Donna Uscire dalla violenza. È stata un esempio e una guida, tantissime donne la ricorderanno con gratitudine». Verrà tumulata in Toscana, dove saranno trasferite anche le salme del figlio Danilo, scomparso nel 2007, e del marito Gianfranco.

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