Cronaca / Bergamo Città
Sabato 21 Dicembre 2024
Addio a Gianmaria Savoldelli. Una vita per i libri e la storia della stampa
IL RICORDO. Aveva 90 anni, grande anche la passione per la montagna e gli alpini. «Studioso umile, devoto a tutto ciò che faceva».
Al territorio bergamasco è mancato un grande studioso. Un uomo colto, che si è sempre prodigato per la cultura. Bergamo ieri mattina ha salutato Gianmaria Savoldelli, mancato all’età di 90 anni.
È stato un appassionato bibliofilo e cultore di storia della stampa. Per anni si è impegnato nella raccolta di edizioni del tipografo bresciano Comino Ventura che portò la stampa a Bergamo nella seconda metà del ’500. Accanto a lui, collaborando nelle pubblicazioni di volumi dedicati a Ventura, c’è stata Roberta Frigeni, direttrice del Museo delle Storie: «Ero una giovane studentessa quando incontrai Gianmaria nelle sale di studio della biblioteca Angelo Mai – racconta Frigeni –. Stava studiando una biografia di Comino Ventura scritta da lui stesso in latino. E visto che mi vedeva sempre china sui libri mi ha chiesto se mi potevo occupare della traduzione dal latino all’italiano del volume. E da lì è nata una conoscenza che mi ha accompagnato per tutta la vita».
«Grande passione in tutto quello che faceva»
Savoldelli è stato un iniziatore per la città di Bergamo di un rinnovato amore per la tipografia e la storia della stampa. Suo è il volume «Appunti per una storia della stampa a Bergamo» dedicato alla tipografia bergamasca dalle origini sino ai primi anni del XX secolo. «Nella parola “appunti” c’è tutta la figura di Gianmaria: umile e modesto. Questo libro è tutt’altro che una raccolta di appunti, eppure ha scelto questa parola», continua Frigeni. Ricorda «la grande passione in tutto quello che faceva» anche la moglie Donatella. «Sarebbe stato contento di essere ricordato», dice. Alla passione per i libri e la storia si accompagnava per Gianmaria l’amore per la montagna e i suoi alpini.
«Aveva il desiderio di essere d’aiuto ai giovani»
Con l’Archivio storico, Savoldelli aveva anche istituito - una decina d’anni fa - e poi sempre finanziato una borsa di studio, in memoria del padre Guglielmo, per sostenere progetti di ricerca di giovani studiosi riguardanti la storia della stampa e del libro. «Era una persona competente, cordiale e generosa – è il ricordo del presidente dell’Archivio storico Matteo Ravaglio –. L’ho conosciuto per il suo desiderio di essere d’aiuto ai giovani; attraverso questa borsa di studio sono state realizzate pubblicazioni importanti».
«Frequentatore abituale della biblioteca, con la sua naturale signorilità e affabilità, ha saputo costruire rapporti cordiali con tutto il personale con il quale condivideva informazioni, pareri, novità sulle sue ricerche delle antiche edizioni bergamasche – dice commossa l’ex direttrice della biblioteca Elisabetta Manca –. Con grande generosità al fine di poter costituire il corpus dell’opera di Comino Ventura nella biblioteca Mai, ha donato molti esemplari stampati nei secoli XVI e XVII, raccolti in anni di ricerche. La biblioteca deve molto al collezionista raffinato e alla squisita persona che è stata Gianmaria».
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