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Cronaca / Bergamo Città
Lunedì 17 Febbraio 2025
Addio Dino, tutto scalate e solidarietà: una leggenda alpina con lo sport nel cuore
IL LUTTO. È morto a 92 anni Perolari, di Semonte: ha fatto la storia della sezione Ana di Bergamo e dell’alpinismo. Valoti: un grande uomo. Sonzogni: con lui se ne va mezzo secolo di vita associativa. L’amicizia fraterna con Bonatti.
Chi ha conosciuto Dino Perolari non esita a definirlo «una leggenda». Se n’è andato un uomo che ha fatto la storia della sezione Ana di Bergamo e la storia dell’alpinismo. Perolari è deceduto nella giornata di sabato, all’età di 92 anni, all’hospice di Vertova, dove si trovava a seguito del progressivo peggioramento delle sue condizioni di salute.
Pur essendo diventato un personaggio conosciuto anche molto lontano per il suo impegno nella pratica sportiva alpina e nell’alpinismo, Dino è sempre rimasto legato alla sua Semonte, la frazione divisa a metà tra i Comuni di Vertova e Fiorano al Serio, in Media Val Seriana.
Perolari è deceduto nella giornata di sabato, all’età di 92 anni, all’hospice di Vertova, dove si trovava a seguito del progressivo peggioramento delle sue condizioni di salute
La passione per la montagna, all’epoca, era fatta di lunghi viaggi in bici per raggiungere l’attacco dei sentieri prima ancora di iniziare a camminare
Che fosse un predestinato, lo fa capire un incontro vissuto da giovanissimo, all’età di undici anni: «Nel periodo dall’ottobre 1943 ai primi di luglio del 1945 ho avuto la fortuna di conoscere un ragazzo sfollato di Monza, “tale” Walter Bonatti, ospitato a Semonte da sua zia Caterina – scrive lo stesso Perolari nell’autobiografia scritta di suo pugno, rimasta privata –. La nostra amicizia è durata per tutta la vita: per me Walter è stato come un fratello». Proprio il legame forte con Perolari portò Bonatti a iscriversi nel gruppo Alpini di Semonte. La passione per la montagna, all’epoca, era fatta di lunghi viaggi in bici per raggiungere l’attacco dei sentieri prima ancora di iniziare a camminare. Dopo il servizio militare con gli Alpini, Perolari mette nel suo curriculum alpinistico la salita del 1960 alla parete nord-est del Pizzo Badile, con Carlo Nembrini e, nello stesso anno con lo stesso compagno, l’apertura di una nuova via sul gruppo dell’Alben.
Dopo aver allenato per diversi anni i giovani della società Recastello di Gazzaniga, sia nella corsa in montagna sia in quella su strada, nel 1972 inizia a dedicarsi al mondo dello sport degli Alpini, al quale dedicherà a lungo il suo impegno.
«È stato per tantissimi anni responsabile sportivo della sezione Alpini di Bergamo, ma anche dell’associazione nazionale – ricorda Davide Cattaneo, coordinatore dei gruppi Alpini della zona 14, anch’egli attivo nel coordinamento dello sport per le Penne nere orobiche –. Si occupava di organizzare le principali competizioni a livello nazionale, ma anche di reclutare gli Alpini bergamaschi che avevano concluso il loro servizio militare, in particolare quelli che erano stati nei centri sportivi alpini, e di prepararli a partecipare ai campionati sportivi». Un impegno che ha portato frutti: «Per quasi quarant’anni consecutivi la sezione di Bergamo ha vinto il trofeo Scaramuzza, che riunisce i risultati dei principali campionati».
Il riconoscimento per il suo impegno in montagna
Nell’ottobre scorso, in occasione dei campionati nazionali di corsa in montagna disputati a Sovere, l’Ana aveva tributato a Perolari con un riconoscimento proprio per questo suo lungo impegno. Una passione che ha sempre portato avanti accanto al lavoro da imprenditore, nell’azienda «Meb», che si occupa di costruzione di impianti di risalita. «Dino è stato una delle istituzioni è più autorevoli nel mondo sportivo degli Alpini – lo ricorda Paolo Valoti, per tanti anni presidente del Cai Bergamo, oltre che membro del Consiglio sezionale del Cai –. Se ne va un grande uomo, un amico leale, un uomo di cordata, che aveva una grande capacità di unire le persone, conciliando i valori degli Alpini, della montagna e della solidarietà».
Il ruolo nel Cai
A tale proposito Valoti cita il ruolo importante che ebbe nell’organizzazione dell’incontro organizzato dal Cai con Walter Bonatti, nel 2011 al Palamonti: «Si trattò di una giornata di riconciliazione tra Bonatti e il mondo del Cai e Dino ebbe un ruolo decisivo, grazie alla sua amicizia mai interrotta con Bonatti».
«La filosofia della nostra associazione è basata sul non dimenticare: non dimenticheremo lui, come quelli che hanno contribuito al nostro vivere di oggi»
«Con Dino che è andato avanti ci lasciano cinquant’anni di storia di vita associativa – lo ricorda con commozione Giorgio Sonzogni, presidente degli Alpini di Bergamo –. Ho avuto modo di lavorare gomito a gomito con lui dal 1994 fino a quando è rimasto in attività: gli dobbiamo un eterno grazie per quanto ha fatto per la nostra associazione, in particolare per la capacità di coinvolgere nelle competizioni sportive Alpini di ogni età, con i quali ha raccolto risultati straordinari». Da qui una promessa: «La filosofia della nostra associazione è basata sul non dimenticare: non dimenticheremo lui, come quelli che hanno contribuito al nostro vivere di oggi».
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