Addio all’avvocato Piero Fachinetti. «È stato un uomo speciale»

Sabato 4 dicembre i funerali a Bergamo. Civilista, era un alpino e super tifoso dell’Atalanta. La figlia: «L’onestà fatta persona, capace di esserci sempre».

È mancato a 79 anni l’avvocato Piero Fachinetti, principe civilista del Foro bergamasco da più di 45 anni. Professionista molto apprezzato in città, era conosciuto anche per la sua ironia, che lo portava a rispondere con la battuta pronta, spesso in dialetto bergamasco. Figlio d’arte, con il papà Edoardo che l’ha avviato alla facoltà di giurisprudenza, ha dedicato tutta la sua vita al lavoro che tanto amava. È stato l’unico, fra i sei figli, a proseguire l’attività forense, partendo da via Locatelli al civico 18, per poi trasferirsi al 49 e nell’attuale sede dello studio legale al numero 22. Una strada a lui tanto cara, scelta per la vicinanza al tribunale di via Borfuro ma anche per la sua residenza.

Fachinetti è spirato giovedì mattina proprio nella sua abitazione. Era malato, ma nulla faceva presagire un decorso così rapido: fino a martedì scorso si era regolarmente recato in ufficio. Ha sempre affiancato all’attività lavorativa la passione e il tifo per l’Atalanta, insieme all’orgoglio di appartenere agli Alpini. Non si è mai perso un raduno delle Penne Nere: con il cappello in testa girava l’Italia per incontrare i commilitoni con cui aveva trascorso momenti indimenticabili. Poi c’era la sua famiglia, a cui era legatissimo, la moglie Susy Frattini e i figli Edoardo e Paola.

«Se ne va il mio eroe, l’uomo di riferimento, che ho sempre ritenuto rappresentasse la perfezione assoluta - commenta commossa Paola, che prosegue l’attività di avvocato, terza generazione di famiglia, seguendo le orme del padre -. Era affidabile, generoso, buono e silenzioso. In chiesa al suo funerale leggerò la preghiera dell’Alpino, perché per lui rappresentava un grande orgoglio. Era una vera colonna, capace di esserci sempre, anche con il suo silenzio. Professionalmente era l’onestà fatta persona, tanto che la prima cosa che mi ha insegnato sono stati proprio i valori del rispetto e della correttezza verso tutti. Perdiamo un uomo speciale». Lo ricorda con affetto anche il nipote Alberto: «Un maestro assoluto. Oltre alla serietà, al rigore e alla preparazione professionale, l’esperienza gli consentiva di gestire problemi grossi con ironia e concretezza. Era molto considerato anche dai giovani colleghi, proprio perché aveva un approccio sempre molto costruttivo».

Anche l’Ordine degli avvocati lo piange: «Un professionista molto signorile nei modi e nell’eloquio - ricorda la presidente Francesca Pierantoni -. Era molto arguto, aveva sempre la battuta pronta e anche in occasione della premiazione per i 40 anni di professione, nel 2016, ricordo che raccontò diversi aneddoti ed episodi simpatici sull’attività, come la tradizione degli avvocati di una volta che si recavano sistematicamente in studio anche il sabato mattina».

© RIPRODUZIONE RISERVATA