Addio al cardiologo Malinverni. Amò anche la politica e la natura

IL LUTTO. Fondò la Riabilitazione cardiologica del Bolognini. Consigliere d’opposizione nell’era Veneziani.

«È stata una persona amatissima». La moglie Fabiana parla commossa del marito Claudio Malinverni, scomparso nella notte tra martedì 16 e mercoledì 17 ottobre, a 73 anni. Quaranta trascorsi insieme, in una vita intrisa di passione per la famiglia (legatissimi al figlio Andrea, la nuora Jelena e i nipotini Leonardo e Lorenzo), il lavoro, la politica e la montagna.

Chi era Claudio Malinverni

Il dottor Malinverni è stato di fatto il «fondatore» della Riabilitazione cardiologica del «Bolognini», partita prima all’ospedale di Gazzaniga e poi trasferita a Seriate, dove è stato primario per molti anni. «Claudio è diventato grande in fretta, perché a soli 16 anni, con i quattro fratelli, ha perso l’adorato papà, storico del Risorgimento, dal quale ha ereditato la passione per lo studio e la storia – racconta Fabiana –. Si è fatto da solo, laureandosi in Medicina a sue spese».

Una «vocazione» confermata da Amedeo Amadeo, che da direttore generale dell’azienda ospedaliera Bolognini di Seriate (ora Asst Bergamo Est) collaborò per decenni con Malinverni: «Un professionista di altissimo livello, un medico preparatissimo», lo descrive con stima. Ma come si diceva Claudio Malinverni, accanto alla dedizione per il lavoro, coltivava quella per l’impegno politico.

L’esperienza politica

Nel 1999, infatti, è eletto consigliere comunale a Palafrizzoni, nelle file del centrosinistra. «Abbiamo fatto cinque anni di opposizione insieme, durante il mandato di Cesare Veneziani. Io ed Ebe Sorti Ravasio eravamo stati eletti con i Popolari, lui con i Democratici in Europa con Prodi», ricorda Marco Brembilla. Tutti, nel 2002, confluiscono nella Margherita e proprio sotto la segreteria cittadina di Brembilla, Malinverni entra nel direttivo del partito. «Una persona impegnata e molto sul pezzo, poi purtroppo ci siamo persi di vista», riflette l’ex assessore.

Nel 2020 la scoperta della malattia

Nel 2020 il cardiologo lascia la professione e inizia il calvario durato quasi cinque anni. «È stato ricoverato per un intervento che si annunciava semplice, e invece è stato scoperto il cancro che lo ha messo a dura prova», ammette la moglie. Senza però spegnere l’amore per la natura.

La passione per la montagna

Il presidente e il direttivo del Cai Bergamo e i soci del gruppo seniores ricordano «l’amore e il rispetto per la montagna che ci ha uniti», ringraziandolo «per il lavoro svolto con generosa dedizione» anche all’interno del sodalizio alpino. La moglie Fabiana aggiunge: «Finché ha potuto è andato in montagna, ha coltivato l’orto, amava molto la campagna», in particolare quella di Astino e della cascina alla Madonna del Bosco dove viveva.

La salma è composta alla sala del commiato di via San Bernardino 139, dove venerdì 18 ottobre alle 10 ci sarà un momento di ricordo con i familiari, gli amici e i colleghi.

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