«Accademia Carrara, tradita la volontà dei fondatori». E il centrodestra: «Chiarezza in Consiglio»

IL CASO. L’ente garante dei beni donati al museo interviene con una lettera dopo le dimissioni della direttrice Bagnoli: «La gestione del Cda persevera su una strada sbagliata». Anche la Lista Pezzotta chiede conto del general manager.

«Un vero tradimento della volontà dei fondatori». La Commissaria dell’Accademia Carrara, l’ente che «riveste il ruolo morale e civico di vigilare che la gestione dei beni donati dal fondatore conte Giacomo Carrara e dai molti benemeriti filantropi persegua le volontà espresse dai donatori», boccia il modello di «governance duale» del museo. Quello che ha portato alle dimissioni della direttrice Martina Bagnoli, entrata in rotta di collisione col general manager Gianpietro Bonaldi. La sindaca Elena Carnevali, presidente della Fondazione Carrara, l’assessore alla Cultura Sergio Gandi e il Cda stanno cercando una soluzione (affidandosi per ora al conservatore Paolo Plebani, tra l’altro tra i tre finalisti del bando 2023 vinto poi da Bagnoli), ma intanto le polemiche sul «caso» non si placano e lo «strappo» accende i fari della città sull’istituzione museale. Oltre alla presa di posizione della Commissaria, arriva anche la richiesta da parte della Lista Pezzotta di un Consiglio comunale straordinario per discutere della situazione della pinacoteca.

Il dualismo nella gestione

I membri della Commissaria - Willi Zavaritt, Giovanni Saredo Marieni, Giulio Terzi di Sant’Agata, Ignazio Deleuse Bonomi, Alessio Agliardi e Piero Moroni - in una lettera indirizzata alla sindaca Elena Carnevali, presidente della Fondazione Accademia Carrara - non risparmiano le critiche alla gestione del museo sempre più lontana, a dir loro, dagli intenti delle origini, fino a portare a uno «scadimento del patrimonio culturale». «Oggi la conduzione della Fondazione è sotto gli occhi di tutti in termini negativi - scrivono - causando danni significativi all’immagine dell’Accademia». Anche per la Commissaria il nodo è lo stesso sollevato da Bagnoli, ovvero un’impostazione duale (direttore-general manager), «con la predominanza dei poteri dati al general manager», impostazione «che non può adempiere agli scopi statutari e crea continue problematiche gestionali». Per la Commissaria, come avviene nella maggioranza dei musei del mondo, «il responsabile di ogni museo è un direttore con formazione ed esperienza storico-artistica, con pieni poteri gestionali ai quali compete anche la responsabilità finanziaria dell’ente». Un modello «richiesto invano nei vari Cda che si sono succeduti fino all’ultimo rifiuto che ha causato le dimissioni del direttore». Anzi, sostengono i firmatari, «il Consiglio della Fondazione, invece di interrogarsi sulle ragioni e intervenire a correggere le cause della situazione, è compatto nel voler ripercorrere la stessa strada sbagliata: nessun direttore di museo al mondo può accettare limiti operativi e la subordinazione a un general manager senza specializzazione in gestione dei beni culturali».

Le conseguenze

Il rischio è che «il reiterarsi di dimissioni da parte dei direttori crei vuoti di attività e isolamento culturale per la città. Il capovolgimento delle gerarchie provoca un’incapacità di dialogo con le istituzioni museali nel mondo, facendo regredire la Carrara a meri livelli provinciali». Una regressione che «potrà provocare una flessione dei visitatori per l’offerta collaterale meno scientifica e sicuramente una mancanza di fiducia da parte di potenziali benefattori e donatori». Ribadendo il valore del curriculum di Bagnoli («La direttrice ideale, capace di esprimere cultura a tutti i livelli, forte di esperienze gestionali in Italia e negli Stati Uniti, avrebbe fatto vivere alla città grande e vera cultura, non solo slogan autoreferenziali sulla Capitale della Cultura», si legge nella missiva), la Commissaria indica la soluzione: «Il problema sarà risolto solo modificando l’organizzazione gestionale con un solo direttore che abbia la piena responsabilità. In tal modo si avrà anche la trasparenza che oggi latita e che in molti chiedono». Il direttore, infatti, secondo le indicazioni che la Commissaria fornisce alla sindaca, dovrà avere «formazione artistico-culturale», dovrà essere scelto «con pubblico concorso» e dovrà garantire «l’esperienza gestionale attraverso l’attività in precedenti funzioni corroborate da meriti scientifici».

Le opposizioni in Consiglio comunale

Dopo un prolungato silenzio (nei giorni scorsi era intervenuto solo il leghista Alessandro Carrara) ora anche la Lista Pezzotta incalza l’amministrazione Carnevali, chiedendo, con un ordine del giorno, la convocazione di un Consiglio comunale dedicato all’Accademia Carrara. In particolare anche l’attenzione dei consiglieri d’opposizione - guidati dall’ex candidato sindaco Andrea Pezzotta - si concentra sulla figura del general manager (vogliono infatti sapere i criteri con cui è stato scelto, il curriculum, l’inquadramento economico, i finanziamenti raccolti a favore dell’Accademia), per poi chiedere conto «delle azioni che il Cda intende porre in essere per una nuova selezione del direttore del museo». Si fa riferimento al bisogno di «ricostruzione di un clima di armonia» , ipotizzando anche la modifica del sistema di gestione: «La conduzione da parte del solo direttore, con il giusto controllo del Cda, pare l’unica soluzione atta a garantire il corretto funzionamento dell’Accademia». La Giunta Carnevali per ora non risponde, si riserva di replicare in Aula.

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