Accademia Carrara, il nodo della successione. Possibile un incarico «ad interim»

LO SCENARIO. La direttrice rimetterà il mandato nelle prossime ore, le parti si rivedranno per discutere dei progetti in corso. Ipotesi Plebani, il «no» di Maria Cristina Rodeschini.

La domanda che aleggia tra le sale della Carrara e i corridoi di Palazzo Frizzoni a due giorni dalla decisione ormai irrevocabile della quasi ex direttrice Martina Bagnoli di lasciare il suo incarico, è questa: «chi dopo di lei?».

Gli scenari che si aprono sono molteplici, tra i quali anche l’affidamento di un incarico ad interim. Per ciascuno di questi si dovrà tenere conto degli strascichi che il saluto di Martina Bagnoli lascerà dietro di sé. Con la scelta di respingere le richieste avanzate dalla direttrice, il Consiglio d’amministrazione dell’Accademia Carrara ha deciso di proseguire nell’impostazione data al museo fin dall’istituzione della Fondazione, nel 2015, mantenendo sì una «gestione duale», ma sbilanciata di fatto a favore della figura del general manager. Un «equivoco», come l’ha definito Martina Bagnoli, che la stessa direttrice ha contribuito a fare emergere con la sua rinuncia, e con il quale ogni futuro aspirante direttore dovrà fare i conti. E siccome l’indirizzo del Cda è chiaro, la sfida che si apre ora è quella di trovare un successore di Bagnoli pronto a non mettere in discussione questa impostazione.

Il ritorno di Rodeschini

Il dopo-Bagnoli è un’incombenza con la quale il Cda si trova ora a fare i conti dopo appena otto mesi dall’insediamento della direttrice dimissionaria, anche se da metà 2023 Bagnoli lavorava al fianco di Maria Cristina Rodeschini, prima di prendere il suo posto alla fine febbraio di quest’anno. E proprio l’ipotesi di un ritorno di Rodeschini (oggi in pensione) è iniziata a circolare con insistenza nelle ultime ore. Un’opportunità che però l’interessata non vuole prende in considerazione: «È stata una bella esperienza – dice –, in questi anni ho lavorato molto bene al fianco di Gianpietro Bonaldi, ma è una parentesi che ritengo conclusa». Sull’impostazione manageriale della Carrara, «può essere un buon modello di collaborazione – prosegue Rodeschini –. Trovare una quadra tra due persone non è semplice, ma è su questo che si deve insistere. Mi spiace che si sia arrivati a una così grande conflittualità. Personalmente, mi sarei comportata con più prudenza per capire meglio quale fosse la vera situazione».

I «finalisti» del bando

La Fondazione è un ente privato, pur avendo come presidente il sindaco di Bergamo, e ha quindi la facoltà di nominare un nuovo direttore senza dover ricorrere a un altro bando. La scelta di farlo per la nomina di Martina Bagnoli era stata presa con l’approssimarsi della Capitale della Cultura, più per una questione di forma e di «prestigio» che per una reale necessità statutaria. A quella chiamata risposero una trentina di candidati, poi la scelta fu fatta su una rosa di tre «finalisti». Ora, teoricamente la possibilità d’interpellare uno degli altri due nomi c’è, ma l’esito di questo tentativo sarebbe tutt’altro che scontato. Il bando infatti è scaduto il 10 marzo 2023, vale a dire circa 20 mesi fa, ed è probabile che tali profili (di cui non è mai stata resa nota l’identità) non siano più disponibili. Tra le ipotesi più percorribili, almeno nell’immediato, c’è anche quella dell’affidamento di un incarico ad interim al conservatore della Carrara Paolo Plebani.

Nelle prossime ore le dimissioni di Martina Bagnoli arriveranno anche fisicamente sul tavolo del Consiglio d’amministrazione

Le formalità dopo le dimissioni

Nel frattempo c’è da pensare al disbrigo delle formalità: nelle prossime ore le dimissioni di Martina Bagnoli arriveranno anche fisicamente sul tavolo del Consiglio d’amministrazione. Fino ad ora la direttrice ha solo manifestato l’intenzione di lasciare l’incarico; dopo il tentativo andato a vuoto di giovedì sera, la lettera arriverà davvero e a quel punto al Cda non resterà che accettare formalmente le dimissioni, come peraltro ha già annunciato nella nota diramata venerdì pomeriggio da Palazzo Frizzoni. Presto le parti potrebbero tornare a parlarsi per discutere di alcuni progetti che la direttrice stava preparando. Martina Bagnoli ha dato la sua disponibilità a portarli a termine, ma da consulente esterna. Uno su tutti è quello che riguarda la mostra «Autentico e copia», che inizialmente avrebbe dovuto aprire entro fine anno, ma che è stata rinviata ai primi mesi del 2025. Fatta salva l’esposizione sulla pittura partenopea del Seicento («Napoli a Bergamo», conclusasi il 1° settembre), l’unica a vedere la luce finora, le altre mostre proposte dalla direttrice sono state bocciate (come quella della pittura su pietra) o, appunto, rinviate.

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