A Bergamo ippocastani aggrediti dalla Cameraria: «Cure in primavera»

IL CASO. Particolarmente colpiti gli esemplari sulle Mura. Ruzzini: «Alberi sotto osservazione ma nessuna criticità». Al via la raccolta foglie per fermare la diffusione dell’insetto.

Soffrono gli ippocastani, in particolare gli esemplari che hanno radici lungo il viale delle Mura, in Città Alta. Una cartolina con foliage quasi autunnale, tripudio di foglie giallo-ramate, alcune pure bucherellate, a palesare la presenza di un parassita. Si tratta della Cameraria ohridella, piccolo insetto originario dei Balcani che, insieme alle alte temperature estive capaci di bruciare le foglie, sta lasciando il segno sulle chiome dei grandi alberi che punteggiano il boulevard ferdinandeo e più in su, le Mura veneziane.

Il fenomeno non è nuovo, da 15 anni il Comune di Bergamo sta cercando di contrastare la presenza del parassita che ogni anno si presenta, creando più o meno problemi. Tanto che quando è necessario abbattere un ippocastano, questo viene sostituito con una nuova varietà, non attaccabile dalla Cameraria, la Aesculus ippocastunum x Carnea, dai fiori rosso-viola e senza frutti, le classiche «genge».

Situazione sotto controllo

La situazione è monitorata all’Ufficio verde di Palafrizzoni che farà la conta dei danni in primavera. Spiega l’assessore competente Oriana Ruzzini: «Gli ippocastani subiscono e mal tollerano il calore eccessivo, gli esemplari di Città Alta probabilmente sono maggiormente in sofferenza perché sono più esposti al sole, a differenza di quelli di viale Papa Giovanni e viale Roma, dove sono “protetti” dagli edifici. La situazione è nota, ma i trattamenti non vanno fatti in estate, si attende la prossima primavera per valutare se sia il caso di intervenire: come tutti gli antiparassitari, le sostanze si accumulano nel polline dei fiori, questo a danno delle api. Intanto si sta procedendo con la raccolta delle foglie che argina la propagazione dell’insetto».

«La situazione è nota, ma i trattamenti non vanno fatti in estate, si attende la prossima primavera per valutare se sia il caso di intervenire»

Che insetto è la Cameraria

La Cameraria ohridella, una piccola farfalla, è conosciuta come «minatrice fogliare dell’ippocastano – spiegano dagli uffici comunali – . Gli adulti depongono le uova sulle superficie delle foglie degli ippocastani e una volta schiuse, le larve penetrano nelle foglie, nutrendosi del tessuto fogliare interno, facendo danni che si manifestano come macchie marroni e necrotiche sulle foglie, che possono portare a un ingiallimento precoce e alla caduta anticipata delle foglie». Ma a differenza del tarlo asiatico, altro parassita che la città ha bene imparato a conoscere, la Cameraria raramente uccide l’albero.

Un aspetto che l’assessore Ruzzini rimarca: «Lo può indebolire perché la perdita precoce delle foglie riduce la capacità fotosintetica dell’albero, stressandolo e rendendolo più vulnerabile ad altre malattie e parassiti. Per questo si valuta con attenzione un eventuale

La Cameraria non uccide la pianta, la indebolisce

trattamento antiparassitario, sulla base dei dati reali che raccoglieremo in primavera. Purtroppo la Cameraria non ha un insetto antagonista che si possa introdurre per combattere la sua presenza». Nei mesi scorsi il Comune ha fatto analizzare tutti gli ippocastani presenti lungo viale Papa Giovanni XXIII, viale Roma e viale Vittorio Emanuele, fino a Porta Sant’Agostino: dei 200 esemplari sottoposti a indagini mirate a stabilire la loro staticità, solo 7 sono risultati a rischio schianto e quindi da abbattere. Gli ippocastani del viale delle Mura sono sotto osservazione, ma al momento non palesano criticità, conclude l’assessore Ruzzini: «Non prevediamo analisi specifiche su questi alberi perché le prove di trazione vengono fatte dove ci sono stati evidenti scavi a livello radicale o dove le analisi strumentali lasciano il sospetto di problemi a livello radicale. In Città Alta questo non è stato ravvisato».

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