2.698 operatori sanitari non vaccinati. Ats fa partire i primi 991 «inviti» a chiarire

Elenco ancora «in progress», può contenere chi è stato esonerato o ha dovuto differire la profilassi. I medici sono 31. Il presidente dell’Ordine, Marinoni: «L’obbligo è giusto, sospensione per gli inadempienti».

La campagna vaccinale di massa procede a passi spediti in Lombardia, e mentre continua così l’impegno per combattere il Sars-Cov2 sono state avviate le procedure per mettere in atto quanto disposto dal decreto e che prevede impone l’obbligo di vaccino al personale sanitario che lavora a contatto con gli utenti (quindi professionisti di ogni categoria, dai medici ospedalieri ai dentisti fino agli infermieri), pena la sospensione dalle prestazioni o il cambio di mansioni per evitare pericoli di contagio. La procedura, formalizzata in Ats Bergamo e resa disponibile a tutte le Ats lombarde in accordo con la Regione, dopo una call tenuta dall’Agenzia di tutela della salute di Bergamo con tutti i presidenti degli Ordini professionali, è sfociata nella fase dell’invio di «inviti» al personale sanitario che risulta non ancora vaccinato a chiarire la propria posizione: sono già 991 le «lettere» che l’Ats di Bergamo ha spedito, per la precisione 555 nella giornata di giovedì scorso, 13 maggio, e 436 lunedì 17 maggio.

Elenchi «in progress»

Altri ne verranno spediti probabilmente nei prossimi giorni: l’elenco di personale sanitario che nella provincia di Bergamo non sembrerebbe ancora vaccinato conta attualmente 2.698 nominativi, dei quali 31 riguardano medici e odontoiatri. Il numero complessivo, va rimarcato, riguarda tutte le persone che hanno un contratto di lavoro o che esercitano la professione sanitaria o di interesse sanitario (dagli infermieri agli psichiatri, dai farmacisti agli psicologi, dagli odontoiatri agli operatori socio-sanitari, ma non le figure impiegate in profili amministrativi).

È un elenco «in progress»: il censimento, infatti, prevede che dopo aver ricevuto gli elenchi dagli Ordini professionali degli iscritti e dai datori di lavoro (Asst, strutture sanitarie private, Rsa e altri), la Regione effettui gli incroci con i dati vaccinali registrati sulla piattaforma Siavr (dove vengono inserite le somministrazioni ai singoli cittadini), e poi ne fornisca riscontro alle varie Ats. Il lavoro di completamento del «censimento» è ancora in corso, e il numero dei probabili non vaccinati, anche nella Bergamasca, non è ancora definitivo.

Le possibili risposte

Ma una volta ricevuti gli inviti cosa accade? I destinatari devono rispondere entro 5 giorni e fornire delucidazioni documentate: l’interessato può trasmettere il certificato se si è nel frattempo vaccinato, un’ attestazione di omesso vaccino o di differimento o l’esonero dal vaccino per insussistenza dell’obbligo ed entrambe le attestazioni devono essere rilasciate dal medico curante, oppure la prenotazione della vaccinazione. Non sono ammesse le autocertificazioni, e tutti i professionisti sanitari o di interesse sanitario che ricevono la notifica devono dare riscontro entro i termini previsti. A questo punto l’Ats, ricevuta la documentazione, potrà chiudere la procedura, (per soggetti vaccinati o esentati), può lasciarla in sospeso (in caso di presentazione della prenotazione, che deve essere confermata entro tre giorni dalla somministrazione), o procederà con l’intimazione alla vaccinazione.

Le sanzioni

«L’obbligo vaccinale per chi esercita una professione sanitaria è giusto ed è del tutto condivisibile; se si ha contatto con gli utenti non è concepibile pensare di poter esercitare la professione, qualunque sia l’ambito, senza essersi vaccinati. Proteggere se stessi in questa battaglia contro il Covid non solo è necessario per la propria salute – rimarca Guido Marinoni, presidente dell’Ordine dei medici della provincia di Bergamo – ma proprio in quanto operatori sanitari, è un gesto essenziale e imprescindibile per la cura degli altri. È evidente che se ci si occupa degli altri non è possibile essere non vaccinati contro il Covid. Qualora quindi gli inviti dell’Ats dovessero poi sfociare in una intimazione al vaccino, questo non venisse effettuato e quindi arrivasse comunicazione all’Ordine, per quanto è di nostra competenza provvederemmo ad attivare per gli interessati la sospensione dall’esercizio di prestazioni. Una sospensione che, da decreto, è possibile fino al 31 dicembre 2021, a meno che non si assolva l’obbligo vaccinale. E non è proprio da escludere che il termine di dicembre non venga prorogato, visto che non siamo certo all’eradicazione della pandemia. Anzi, si sta già parlando di una terza dose di vaccini in autunno. E, peraltro, l’obbligo vaccinale non è una novità».

Coinvolti i datori di lavoro

Tornando alla procedura avviata con gli inviti spediti dall’Ats, qualora dopo l’intimazione non ci fossero esiti positivi l’inadempimento verrà appunto comunicato sia all’interessato sia all’Ordine di appartenenza, sia al datore di lavoro perché possano attivare le sanzioni previste. Che sono appunto la sospensione dell’interessato, a partire dal ricevimento dell’atto amministrativo fino all’assolvimento dell’obbligo vaccinale e comunque entro il 31 dicembre 2021, dallo svolgere prestazioni che prevedono contatto e rischio di diffusione del virus, o anche la possibilità di un cambio delle mansioni.

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