25 Aprile, torna il corteo unitario: ma in piazza diverse posizioni sull’Ucraina

La Liberazione Per il 77° anniversario della Festa della Liberazione torna la sfilata che dalla stazione (ritrovo alle 9,30) arriverà in piazza Vittorio Veneto per i discorsi: la conclusione affidata al giornalista Marco Damilano.

Dopo due anni di stop per il Covid, torna il corteo del 25 Aprile. Unitario, con il percorso lungo che dalla stazione (ritrovo alle 9,30) passerà in viale Papa Giovanni, via Camozzi, via Pignolo (per rendere onore alla lapide di Ferruccio Dell’Orto) e via Tasso per concludersi in piazza Vittorio Veneto. Qui sul palco prenderanno la parola il sindaco Giorgio Gori, il presidente della Provincia Pasquale Gandolfi e la studentessa del «Progetto Adriana» Lucia di Cola, con il discorso conclusivo affidato al giornalista e scrittore Marco Damilano. Dopo le polemiche della vigilia del 77° anniversario della Liberazione (con le diverse posizioni nel fronte antifascista sull’invio di armi in Ucraina e l’accostamento con la Resistenza italiana) in piazza si misureranno partecipazione, applausi e contestazioni.

«A farla da padrone saranno la voglia di rinascita e l’impegno per la pace, un valore imprescindibile, che ci unisce anche nelle diverse sensibilità», assicura il presidente provinciale dell’Anpi Mauro Magistrati. Il presidente del Comitato bergamasco antifascista Carlo Salvioni ammette che «sicuramente non sarà un 25 Aprile facile, perché il tema della guerra in Ucraina è divisivo» ma si augura «una grande manifestazione, nel rispetto delle diverse posizioni e dei valori fondanti della libertà e della giustizia sociale».

«A farla da padrone saranno la voglia di rinascita e l’impegno per la pace», assicura il presidente dell’Anpi provinciale Mauro Magistrati

Il 24 al cimitero

Le celebrazioni si apriranno il 24 aprile al cimitero Monumentale (dalle 16), dove verrà inaugurata la nuova tomba dedicata ai Partigiani bergamaschi, fortemente voluta dall’assessore ai Servizi cimiteriali Giacomo Angeloni. Un monumento per evitare che, alla scadenza delle concessioni delle sepolture, vengano dispersi i resti dei Caduti per la libertà. Sulle due lapidi, però, non ci saranno i nomi di chi qui troverà il riposo eterno, perché alcune biografie sono ancora controverse.

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