Amici con la coda / Bergamo Città
Domenica 03 Novembre 2024
Cosa è la peritonite infettiva felina
I CONSIGLI DEL VETERINARIO . La peritonite infettiva felina, conosciuta anche con l’acronimo FIP (Feline Infectious Peritonitis), è una patologia che colpisce i gatti e in generale tutte le specie di origine felina. Causata da un ceppo del coronavirus felino (FCoV), è tra le più frequenti forme di infezione nei gatti, ed è spesso letale.
Il coronavirus non è trasmissibile alle persone o ad altre specie di animali domestici, si trasmette da gatto a gatto tramite contatto oro-fecale, attraverso secrezioni orali, oppure, più raramente, da mamma gatta ai suoi gattini. L’infezione da coronavirus è piuttosto comune nei gatti, in quelli domestici ma in particolar modo in quelli che vivono in grandi gruppi (ad esempio nelle colonie feline).
Nella maggior parte dei casi questa patologia non rappresenta un problema serio: il FCoV viene attaccato dal sistema immunitario del gatto e il virus viene così debellato, causando al nostro amico a quattro zampe solo qualche piccolo effetto collaterale, ad esempio una lieve diarrea. In alcuni casi però il virus, una volta entrato nell’organismo del gatto, subisce una mutazione che causa la Fip. Il virus si diffonde oltre che nell’intestino anche negli altri organi interni, danneggiandoli in maniera irreparabile e portando il gatto inesorabilmente alla morte.
I sintomi della Fip possono variare in base alla forma di Fip contratta dal gatto, ma generalmente si possono riscontrare: forte dimagrimento e deperimento, anemia, febbre, diarrea, vomito, pelo arruffato e poco lucido, tosse, iperlacrimazione, raffreddore, depressione, uveite.
Due forme differenti di Fip
La Fip effusiva, detta anche Fip umida, è la forma più diffusa e più grave della malattia. Il virus compromette i vasi sanguigni al punto che parte dei fluidi che contengono fuoriesce, andando ad invadere la cavità addominale o quella toracica. Nel primo caso il gatto presenta generalmente un importante rigonfiamento dell’addome, mentre nella seconda accusa spesso difficoltà respiratorie.
La differenza tra una forma e l’altra dipende dal tipo di risposta del sistema immunitario del gatto: se prevale la produzione di anticorpi, comparirà la forma effusiva, più grave, se invece prevale una risposta immunitaria mediata dai linfociti (un tipo di globuli bianchi), si avrà la forma secca.
La Fip non effusiva, chiamata anche Fip secca, è caratterizzata dalla formazione di granulomi che, a seconda della zona in cui sono posizionati, causano sintomi differenti. Generalmente però si possono notare nel gatto febbre, perdita dell’appetito con conseguente rapido dimagrimento e diminuzione della lucentezza del pelo.
I gatti più a rischio
Sebbene tutti i gatti siano potenzialmente a rischio, quelli che hanno più probabilità di contrarre la Fip sono i gatti anziani e i cuccioli. Ogni gatto che ha contratto il coronavirus felino può potenzialmente trasmetterlo ad altri, sia che si tratti di FCoV non mutato, sia che si tratti di Fip.
Che cosa è la Fip
La Fip è una malattia difficile da diagnosticare perché non esiste un vero e proprio test che riesca a confermare la positività del gatto alla malattia. Esiste infatti solamente un esame che permette di capire se il gatto è entrato in contatto con il virus FCoV, ma questo non conferma la presenza della Fip. Al momento non è disponibile nemmeno un vaccino che permetta di evitare il contagio.
Che cosa fare in caso il gatto contragga la malattia
In caso di ipotesi di Fip, il veterinario innanzitutto visita il gatto ed esamina la sua storia clinica (età, contesto in cui vive, abitudini). Successivamente valuta gli esami da eseguire per escludere altre patologie ed eventualmente confermare la diagnosi. Nessun trattamento consente al gatto di guarire dalla Fip, ma è necessario eseguire dei controlli periodici per evitare l’insorgenza di altre patologie gravi e per valutare il corretto trattamento farmacologico che permetta di limitare la sofferenza dell’animale.
L’aspettativa di vita di un gatto con la Fip cambia a seconda della tipologia di malattia: in caso di Fip umida nella maggior parte dei casi il gatto non supera i due mesi dalla comparsa dei primi sintomi, mentre in caso di Fip secca il gatto colpito vive generalmente più a lungo.
La collaborazione Eco di Bergamo e veterinari
Questo articolo nasce dalla collaborazione tra L’Eco di Bergamo e l’Ordine dei medici veterinari della provincia di Bergamo che ogni due settimane cura la rubrica «Amici con la coda» con consigli e informazioni utili per la cura e la conoscenza del mondo animale. L’Ordine dei medici veterinari della provincia di Bergamo è costituito da tutti i medici veterinari iscritti all’Albo e assume nell’ambito dell’esercizio della professione veterinaria notevole importanza ed autorità. Rappresenta circa 600 professionisti su tutto il territorio bergamasco: medico veterinario per gli animali da compagnia, medico veterinario negli allevamenti zootecnici, medico veterinario nel Servizio veterinario pubblico.
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