Ronchi, Trump non fermerà la transizione ecologica

(ANSA) - ROMA, 20 GEN - "Il Presidente Trump sarà in grado, come dicono alcuni, di invertire la rotta e di far tornare indietro gli Stati Uniti ad un forte aumento delle emissioni di gas serra? Non è da escludere a priori, ma pare più probabile che si ripeta quanto è già successo durante la sua prima Presidenza: fra il 2017 e il 2021 le emissioni di Co2 negli Usa sono diminuite di 440 milioni di tonnellate, pari a meno 8,4%".

E' la riflessione sull'impatto delle politiche climatiche nella seconda era trumpiana di Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile ed ex ministro dell'Ambiente.

"È logico aspettarsi - afferma Ronchi - che Trump mantenga lo stesso attivismo pro-fossili e contrario alle misure per il clima, ma la crisi climatica si sta aggravando, generando gravi impatti nelle città e territori degli Stati Uniti. Negli Usa, oltre al governo centrale del Presidente, ci sono i governi dei diversi Stati e di numerose città che, più vicini ai territori sconvolti dalla crisi climatica, proseguiranno e aumenteranno il loro impegno.

"Anche una generale inversione di rotta anti-ecologica - dice ancora Ronchi - pare piuttosto difficile e improbabile nel mondo delle imprese, che hanno iniziato a investire nella transizione energetica e climatica quale fattore di innovazione e di competitività. Per non parlare dei tanti cittadini americani che, anche a prescindere da come hanno votato, non sono disponibili a subire, senza reagire, l'aggravamento della crisi climatica".

"Trump - conclude Ronchi - si presenta come un presidente in grado di aprire una nuova era, ma, data la portata della transizione climatica ed ecologica in atto, è improbabile che riesca a fermarla, diventando così l'ultimo presidente che resiste ad un cambiamento inevitabile che proseguirà, nonostante lui e oltre lui, comunque, anche negli Stati Uniti". (ANSA).

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