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Ambiente e Energia
Lunedì 10 Febbraio 2025
Allevatori di cani nel caos, via a controlli senza Direttive
(ANSA) - ROMA, 10 FEB - Gli allevatori di cani di razza, grandi e piccoli, sono in pieno caos. "Nonostante i dubbi e le ufficiose assicurazioni sul fatto che non fosse ancora pienamente operativa una Direttiva Ue - che istituisce una banca dati europea sugli allevamenti di animali - improvvisamente si sono moltiplicati, in molte regioni, i controlli negli allevamenti da parte delle Asl veterinarie (coadiuvate da carabinieri forestali, Nas e Polizia locale)", spiega il Gruppo allevatori cinofili (Gac).
Controlli, fanno notare gli allevatori, "che tendono ad applicare un 'Manuale operativo' che accompagna il Dl che ha recepito la Direttiva Ue (n. 134/2022) e che risulta quello più contestato dalla gran parte degli allevatori amatoriali (quasi l'80% degli oltre 8mila totali). Il manuale - prosegue la nota egli allevatori - contiene una modifica alla legge nazionale di settore che riduce da 5 a 3 il numero massimo di fattrici che possono essere detenute in un allevamento amatoriale e impone la realizzazione di strutture fino ad oggi previste solo per il 'professionale', pena il blocco dell'attività. E tutto questo - tuonano gli allevatori - nell'assoluto, e sospetto, silenzio di Enci, l'Ente nazionale per la cinofilia in Italia, sodalizio che dovrebbe rappresentare il mondo allevatoriale".
"Giorni fa - spiega Attilio Presta, portavoce del Gac - l'Enci, attraverso il suo presidente, Dino Muto, aveva risposto a una mia mail assicurando il pieno appoggio, in sede di tavoli ministeriali (Politiche Agricole e Sanità), alle proposte e alle esigenze prospettate dagli allevatori dei cani di razza, soprattutto riguardo alla richiesta di una moratoria, quantomeno uno slittamento della data (6 febbraio) annunciata per l'entrata in vigore della Direttiva e dei suoi strumenti operativi.
Invece, abbiamo notizie certe e documentabili che, pur in assenza di questi strumenti attuativi, i controlli sono partiti, con sanzioni da un minimo di 500 fino a qualche migliaio di euro, diffide e minacce di sequestro per le fattrici in eccesso, contestazioni circa la mancanza di idonee strutture con il conseguente divieto di fare cucciolate fino ad avvenuta regolarizzazione", conclude la nota. (ANSA).
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