Sinner nella storia: a Parigi è n. 1 Atp

TENNIS. Giornata epica per lo sport italiano: il forfait di Djokovic (lesione al menisco) regala all’altoatesino la vetta. È il primo azzurro a salire in cima al ranking, sarà ufficiale lunedì. Intanto è in semifinale: battuto Dimitrov in tre set.

Cosa si prova ad avere un proprio connazionale al numero 1 del ranking Atp? A questa domanda, finalmente, gli italiani appassionati di tennis possono provare a rispondere. Per la prima volta nella storia un giocatore azzurro approda in vetta al mondo, laddove mai nessuno dei nostri si era nemmeno avvicinato. Jannik Sinner, poco prima delle 17 del 4 giugno 2024, mentre era in campo al Roland Garros per il suo quarto di finale (vinto in tre set) contro Grigor Dimitrov, ha raggiunto quel traguardo che ormai era nell’aria da tempo. Lo ha fatto probabilmente a sua insaputa, perché la notizia del ritiro di Novak Djokovic (a causa di una lesione del menisco mediale del ginocchio destro) non sarà arrivata subito, sul terreno del Philippe Chatrier. Ma anche se la modalità – il forfait del rivale principale – può suonare fredda e stonata, la realtà è che ormai da fine 2023 Jannik andava considerato come il miglior tennista del pianeta. Lo avevano detto tutti, Djokovic compreso, e lunedì prossimo la graduatoria ufficiale dell’Atp andrà semplicemente a certificare il risultato: nelle ultime 52 settimane nessuno ha fatto meglio del 22enne della Val Pusteria.

Dominio nella Race

Sinner era già il migliore italiano di sempre (Adriano Panatta si fermò a quota 4, Nicola Pietrangeli fu numero 3 nell’era pre-computer), ma il numero 1 del mondo è un altro tabù che cade. Il tabù più grande di tutti. Perché in fondo il successo in Davis a Malaga del novembre 2023, e così pure il trionfo nello Slam (a Melbourne), avevano dei precedenti, seppur datati. La vetta della classifica Atp è invece una novità assoluta che peraltro è rafforzata da un altro dato: nella Race (che tiene conto solo del 2024) Jannik è primo con quasi duemila punti di margine sul diretto inseguitore, Alexander Zverev: un’enormità. Soprattutto se pensiamo al fatto che l’azzurro si è pure dovuto fermare, tra Madrid e Roma, per il problema all’anca che adesso pare risolto.

Da 546 a 1 in 5 anni

Jannik diventa il ventinovesimo numero 1 della storia, e pur essendo giovane è solamente quattordicesimo tra i più veloci ad arrivare in vetta. Segno che il talento vero, al di là dell’esperienza altrui, consente spesso di bruciare le tappe. A proposito: quando arrivò a Bergamo nel 2019 per vincere il suo primo titolo da professionista, Jannik era numero 546. Sarebbe ripartito da 324, dando il via a una scalata che lo ha visto entrare nei top 100 nell’ottobre dello stesso anno e nei top 10 nel novembre del 2021. Una cavalcata impetuosa che a Parigi ha raggiunto l’apice. «Arrivare al numero 1 – ha detto Jannik –è il sogno di tutti. E io voglio condividere questo momento con coloro che mi hanno accompagnato. Cercherò di non farmi distrarre, c’è ancora un torneo da giocare». E tanti altri da vincere, perché uno con la sua fame non si farà condizionare nemmeno dal traguardo più ambito.

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