Parla il Papu: «Atalanta da scudetto? Lo eravamo già nel 2020»

L’INTERVISTA. Gomez: «Nell’anno del Covid giocammo a luglio in casa della Juventus dandole una lezione di calcio, ma finì 2-2 e il sogno svanì. Per il titolo bisogna sbagliare pochissimo». Su L’Eco di lunedì 18 dicembre una lunga intervista.

Allo scudetto l’Atalanta ci ha già pensato. Stagione 2019/20, quella spezzata dal lockdown: i nerazzurri arrivarono in corsa all’estate. «Se avessimo vinto a Torino, avremmo potuto vincerlo: giocavamo a memoria, alla Juve impartimmo una lezione ma pareggiammo e fu una delusione», ricorda il capitano di allora, Alejandro Gomez.

Il Papu sa che è difficile, ma crede che la sua ex squadra possa farcela: «Per lo scudetto bisogna sbagliare pochissimo, ma quest’anno non ci sono corazzate imbattibili e l’Atalanta è una squadra più fatta delle altre». Il campione del mondo con l’Argentina, oggi fermo per squalifica, parla dell’Atalanta di oggi e di ieri, della profezia fatta a Retegui e del guardaroba rinnovato grazie a Pasalic, offrendo un’anteprima: «Voglio tornare a giocare».

«L’Atalanta se la può giocare tranquillamente: dipenderà poi da tanti fattori, come il dispendio di energie in Champions e in Coppa Italia»

Papu, andiamo dritti al punto: l’Atalanta può vincere lo scudetto?

«Per vincerlo servono almeno 85 punti, puoi perdere 3-4 partite in tutto l’anno: il record atalantino è di 78 punti, significherebbe non potere sbagliare nulla. È difficile, ma…».

Ma?

«La quota quest’anno sembra più bassa e la sensazione è che non ci siano squadre imbattibili. L’Atalanta se la può giocare tranquillamente: dipenderà poi da tanti fattori, come il dispendio di energie in Champions e in Coppa Italia».

Manca la squadra ammazza-campionato.

«L’Inter è la migliore, ma non sembra quella di carattere della scorsa stagione. Poi vedo proprio l’Atalanta: è più forte delle altre, del Napoli, del Milan, della Roma che non c’è, della Lazio che sta facendo bene ma non è a certi livelli e anche della Juve che è in costruzione. L’Atalanta è una squadra già fatta».

Lo scudetto l’avete sognato nel 2020?

«A luglio andammo a giocare in casa della Juventus: volevamo vincere per giocarci davvero lo scudetto. Nel primo tempo la Juve prese una rumba: il primo gol, di Zapata su mio assist, arrivò al termine di un’azione d’attacco spettacolare. Giocavamo a memoria, eravamo impressionanti: alla fine fu 2-2 e la possibilità si spense lì, successivamente mollammo, perché la Champions era in cassaforte. Mi ricordo bene la delusione di quella serata: se avessimo vinto saremmo stati davvero molto vicini».

La mentalità era la stessa di oggi.

«Provare a vincere sempre, su ogni campo. In particolare, dall’inizio del percorso di Gasperini, noi ci misuravamo proprio con la Juventus: era la migliore e volevamo confrontarci per capire i nostri progressi».

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