Paralimpiadi, medaglie e grandi emozioni: lo sport bergamasco vola

IL BILANCIO. A Parigi tre ori, due argenti e quattro bronzi: è bottino il più brillante di sempre, meglio anche di Tokyo 2020.

Le medaglie, insieme alle emozioni. Si spegne il braciere, e lo sport bergamasco torna dalle Paralimpiadi di Parigi con un bottino di 3 ori, 2 argenti e 4 bronzi: è il più luccicante di sempre, meglio anche di Tokyo ’20 (2,4,3) che pareva inimitabile.

Atletica regina

Il primo in ordine di tempo se l’è messo al collo Oney Tapia, 48enne d’origini cubane residente a Sotto il Monte, che in Francia si è preso una soddisfazione senza precedenti in carriera. Insieme al «cosa», la notizia sta nel «come» perché l’oro del lancio del disco F 11 ottenuto nell’indimenticabile pomeriggio di giovedì 5 settembre, è giunto a pochi mesi dal rientro da una squalifica che sembrava aver messo fine alla carriera del gigante delle Fiamme Azzurre: «Successo che dedico ai giovani, non smettete mai di credere ai vostri sogni» ha detto.

La regina di tutti gli sport ha eletto a leggenda Martina Caironi, anni 35 (tra pochi giorni) da poche ore la più vincente tra le atlete della storia dell’atletica italiana. Seconda nel lungo T 63, il suo capolavoro l’ha fatto in una finale dei 100 metri da thriller (vedi caduta delle amiche-rivali Sabatini e Contrafatto a pochi metri dall’arrivo) vinta portando indietro le lancette del tempo: terzo successo in carriera dopo quelli di Londra ’12 e Rio ’16, e con un crono (14”16) ben più veloce di allora.

L’oro è loro

In vasca, Giulia Terzi, si è conquistata l’etichetta di mamma sprint, e tornerà a casa (a Arzago d’Adda) con un poker di medaglie. A pochi mesi dalla nascita del primogenito Edoardo, per la 28enne delle Fiamme Azzurre, ecco tre bronzi individuali che valgono platino alla voce carattere nei 400 e nei 100 m stile libero e nei 50 a farfalla categoria S7.

La ciliegina in chiusura, con l’oro della staffetta 4x100 stile libero mixed lanciata dal marito Stefano Raimondi (per lui sei medaglie, cinque ori, nuovo recordman azzurro nella manifestazione) e completata da Xenia Palazzo e Simone Barlaam. Curiosità: per la coppia Terzi-Raimondi, si è conquistata la bellezza di dieci medaglie. Fossero stati una nazione, sarebbero stati ventisettesimi nel medagliere, bilancio simile a quello della Tunisia.

Gira la ruota

Per scrivere una pagina da ricordare, Davide Plebani, anni 28 da Sarnico, pilota del tandem completato da Lorenzo Bernard, ha scelto il numero perfetto: il loro terzo posto nell’inseguimento individuale sui 4 km, è valsa la prima medaglia azzurra dell’edizione transalpina (bottino finale 24 ori,15 argenti, 32 bronzi, sesta piazza nel medagliere) e la numero 600 di sempre. A seguire, i due, in coppia da meno di un anno, sono stati settimi nel chilometro da fermo e quinti nella prova in linea. Da ricordare anche l’avventura di Mirko Testa, anni 27 da Grassobbio, di scene nell’handbike, dove è stato argento e di bronzo: piazza d’onore nel mixed team Hi-5 (con Maestroni e Mazzone), terzo nella prova in linea H3, dopo essere stato decimo a cronometro.

I piazzati

Medaglia di legno nel mixed team di tiro con l’arco compound per Matteo Bonacina, classe ’84 da Valbrembo, riscattando la prova individuale, dove è uscito ai sedicesimi di finale dopo aver chiuso all’undicesimo posto le qualificazioni. Podio sfiorato anche dalla stakanovista Claudia Cretti, anni 28 da Costa Volpino, quarta nell’inseguimento individuale C5 su pista prima di chiudere ottava a cronometro e decima nella prova in linea.

Valentina Petrillo, atleta transgender dell’Omero Bergamo, ha accarezzato l’idea di una finale sia nei 400 metri (nuovo record italiano), sia nei 200 metri T 12 (ipovedenti). La soddisfazione di esserci anche per Mirko Nicoli, anni 39 da Gorlago, esordiente nella Paracanoa VL3 sui 200 metri, dove ha chiuso terzo nella finale B e undicesimo al mondo.

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