Oney Tapia, medaglia d’oro. Il messaggio ai giovani: «Siate padroni del vostro destino»

PARALIMPIADI. L’azzurro Oney Tapia, 48enne di origine cubana in Italia dal 2002, ha vinto la gara del lancio del disco F11 (atleti con difficoltà visive o non vedenti) della Paralimpiade di Parigi, con la misura di 41.92.

Il 48enne delle Fiamme Azzurre ha trionfato con la misura di 41.92. Per il bergamasco d’adozione - vive a Sotto il Monte - si tratta della quarta medaglia paralimpica, la prima d’oro, dopo i due bronzi di Tokyo e l’argento di Rio. Argento all’iraniano Hassan Bajoulvand (41.75) e bronzo allo spagnolo Alvaro Cano (39.60).

Vulcanico, Oney Tapia è conosciuto in Italia dal grande pubblico anche per la sua partecipazione al programma «Ballando con le Stelle», ha quindi replicato a Parigi l’oro mondiale conquistato a maggio in Giappone, a Kobe. Per l’Italia questa è la medaglia numero 48 a Parigi.

«Sono davvero contento, nel getto del peso abbiamo sofferto tantissimo e invece ci siamo fatti forza e oggi ci siamo presi la vittoria che ci mancava. Lo sport è questo: si cade, si piange, ci si rialza e alla fine ci si diverte. E oggi mi sono proprio divertito» ha detto Oney Tapia.

«Vorrei ispirare tutti i giovani, che sono fragili e si abbattono: da risultati come questo possono imparare che nella vita tutto è possibile e sono loro i padroni del loro destino»

«Questa vittoria è per le mie figlie»

«Purtroppo con la pioggia faccio molta fatica, quindi a inizio gara ho faticato, ma grazie alle indicazioni del mio assistente in pedana ho trovato le misure giuste ed è arrivato l’oro paralimpico che era ciò che mancava nel mio palmares. Ora la mia bacheca conta un oro, un argento e due bronzi e questo mi riempie di gioia» ha aggiunto il 48enne: «Questa vittoria è per le mie figlie che dopo la gara nel getto del peso hanno pianto e invece oggi possono gioire con me, ma è anche per ispirare tutti i giovani, che sono fragili e si abbattono ma che da risultati come questo possono imparare che nella vita tutto è possibile e sono loro i padroni del loro destino» ha concluso Tapia.

© RIPRODUZIONE RISERVATA