Maggioni in campo col Mantova, nel cuore Ruggeri: «Doppietta per nonno Ivan»

IL GOL. Il difensore bergamasco del Mantova protagonista con una doppietta contro lo Spezia.

Nella promozione anticipata in Serie A del Sassuolo, dopo solo un anno, c’è il contributo decisivo di un terzino bergamasco, Tommaso Maggioni, figlio di Francesca e nipote di Ivan Ruggeri, a pochi giorni dal dodicesimo anniversario della sua scomparsa. Nella partita che vedeva lo Spezia, terzo in classifica, cercare di avvicinarsi alla promozione diretta, premio per le prime due, sul campo del Mantova è successo di tutto. Col Sassuolo spettatore, avendo già vinto a Modena sabato, lo Spezia si portava in vantaggio, ma al minuto 40 del primo tempo ecco la svolta. Un infortunio a Radaelli costringeva mister Possanzini (già bomber nell’AlbinoLeffe) a far entrare Maggioni senza nemmeno dargli il tempo di scaldarsi. Sotto di un’altra rete nella ripresa, il Mantova la riprenderà con un’incredibile doppietta di Tommy, al 35’ e al 50’, col Mantova in delirio, lo Spezia affranto e il Sassuolo a brindare sul divano.

«Gioia incredibile»

«È stata una gioia inaspettata e incredibile, entrare a freddo e risultare poi decisivo. Il merito è di tutti i miei compagni anche perché ho sempre saputo di poter essere un valore anche da subentrato – confida Tommaso – specialmente adesso che, con le 5 sostituzioni, la differenza tra titolari e riserve non esiste più».

Gli inizi all’Excelsior

Maggioni, nato ad Alzano Lombardo il 22 agosto 2001, ha iniziato a giocare nell’Excelsior e poi nell’AlbinoLeffe, fino ad arrivare alla Primavera della Sampdoria per poi approdare a Castellamare nella Juve Stabia, prima esperienza lontano da casa, e Modena, dove firma il primo contratto da professionista. A Mantova ha trovato la sua dimensione, insieme alla sua ragazza Chiara, autentico punto di forza quando le cose non vanno nel verso giusto. Terzino destro o centrale, ma con la passione di timbrare qualche gol. In questo campionato era già andato a segno a Cosenza, partita finita in rimonta anch’essa per 2-2.

Le dita al cielo

Non è sfuggito il gesto dopo il primo gol di domenica, col ritorno a centrocampo e le dita puntate al cielo. «Sono molto credente e, prima di entrare in campo, dico sempre qualche preghiera. In cielo ho due angeli custodi, nonno Ivan e nonno Renato, il padre di mio papà Carlo, anche lui andato via troppo presto. In quel momento ho pensato in modo particolare a nonno Ivan, nei giorni della sua ricorrenza. Io ero piccolo, ma il dolore della mia famiglia, di mamma Francesca, zio Alessandro e nonna Daniela, non lo dimenticherò mai».

Mamma Francesca lo segue quasi sempre, a Mantova non c’era per impegni personali, ma ha gioito a distanza per questo exploit del suo figliolo. Che ammette: «Per me il calcio è soprattutto un gioco, una bellissima esperienza di vita da dividere con mister e compagni. Domenica, a fine gara, abbiamo festeggiato un punto importante, tutti insieme, com’era giusto che fosse, ma siamo già concentrati sull’importante partita di lunedì col Catanzaro».

Parole sagge di un giovanotto cresciuto con equilibrio e buon senso. Che, magari, starà pensando a qualche incursione pirata delle sue in area calabrese per una Pasquetta memorabile. Mentre se gli chiedi cosa vorrebbe sentirsi dire da suo nonno Ivan, la risposta è da pelle d’oca. «Se lui mi rispondesse che è orgoglioso di me, allora avrei proprio vinto nella vita».

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