L’Atalanta ricorda Eriksson: «Un uomo di classe, un grande esempio»

IL LUTTO. Il cordoglio della società bergamasca per l’allenatore svedese morto dopo una lunga malattia.

L’Atalanta partecipa al cordoglio del calcio italiano per la scomparsa di Sven-Goran Eriksson. Lo fa con una nota pubblicata sul sito ufficiale: «Atalanta BC si unisce al dolore dei familiari per la scomparsa di Sven-Göran Eriksson, non solo grande allenatore, ma anche uomo di classe ed eleganza - si legge nella nota -. Anche nella malattia che lo ha colpito, Eriksson è stato d’esempio e d’insegnamento. Da oggi il mondo dello sport, del calcio in particolare, è più povero».

Sven Goran Eriksson è morto il 26 agosto, aveva 76 anni. Svedese, è stato il primo straniero a guidare l’Inghilterra. In Italia era arrivato a metà degli anni ’80 alla Roma, dopo l’esperienza al Benfica in Portogallo. Poi le panchina di Fiorentina e Sampdoria. Con la Lazio ha vinto lo scudetto nel 2000.

In giro per il mondo

Poi ha girato il mondo dall’Arabia Saudita alla Cina alla Thailandia. Tra le Nazionali ha allenato anche Costa d’Avorio, Messico e Filippine. A gennaio ha rivelato di avere un tumore al pancreas allo stato terminale e da allora è stato ospite di alcune delle società che ha allenato in Europ a. In Italia è stato accolto allo stadio da Lazio e Sampdoria. In Inghilterra ha realizzato il sogno di sedere sulla panchina del Liverpool nel corso di una partita organizzata tra le leggende del club e l’Ajax. «Non essere dispiaciuto. Sorridi. Grazie di tutto: allenatori, giocatori, pubblico. È stato fantastico. Prendetevi cura di voi stessi, della vostra vita e vivetela fino in fondo» è uno degli ultimi messaggi lanciati nel documentario a lui dedicato che Amazon ha pubblicato nelle scorse settimane.

Svedese, è stato il primo straniero a guidare l’Inghilterra. In Italia era arrivato a metà degli anni ’80 alla Roma, dopo l’esperienza al Benfica in Portogallo. Poi le panchina di Fiorentina e Sampdoria. Con la Lazio ha vinto lo scudetto nel 2000.

In tantissimi - allenatori, ex calciatori, singoli club ma anche il principe William, la premier Giorgia Meloni ed il presidente della Fifa - hanno manifestato il cordoglio per la scomparsadel mister, sottolineandone la signorilità prima ancora che l’acume tattico. Tributi sono giunti dai vertici della Football Association («Questo è un giorno molto triste. Ha regalato a tutti i tifosi inglesi ricordi così speciali. Nessuno potrà mai dimenticare la vittoria per 5-1 a Monaco contro la Germania sotto la guida di Sven», ha detto il ceo Mark Bullingham) e da moltissimi club della Premier League, non solo dalle squadre che ha allenato.

«Non essere dispiaciuto. Sorridi. Grazie di tutto: allenatori, giocatori, pubblico. È stato fantastico. Prendetevi cura di voi stessi, della vostra vita e vivetela fino in fondo» è uno degli ultimi messaggi lanciati nel documentario a lui dedicato che Amazon ha pubblicato nelle scorse settimane.

Così come in Italia: «Grazie per tutto ciò che hai fatto per noi, mister» il post della Lazio. Toccante il saluto della Samp, con cui il tecnico vinse una Coppa Italia nel 1994: «La prima parola che ci viene in mente quando pensiamo a lui è dignità. Dignità sportiva, per la classe e il rispetto evidenziati in ogni occasione in oltre quarant’anni di carriera da allenatore. Dignità umana, per aver affrontato con coraggio e compostezza un avversario bastardo come il cancro che l’ha portato via a 76 anni».

E poi la Fiorentina, la Roma, il Benfica, il Liverpool. Il presidente della Fifa Infantino ne ha sottolineato le qualità di «innovatore e ambasciatore del calcio». Non è mancato il ricordo dei «suoi» giocatori, dal Cholo Simeone a Simone Inzaghi, da Luca Marchegiani ad Alessandro Nesta, al numero 1 della Figc, Gabriele Gravina che ha disposto un minuti di silenzio su tutti i campi. Sui social, tantissimi i post di cordoglio.

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