La Penya Atalantina de Barcelona: «Pronti a vivere un sogno incredibile»

LA STORIA. Andrea Sileo e Giuseppe Zaccaria hanno dato vita nel 2020 a un club di tifosi nerazzurri in città.

E poi arrivano giorni da segnare in rosso sul calendario, anzi in nerazzurro. Come stasera, quando l’Atalanta scenderà in campo a Barcellona. Roba difficile anche solo da immaginare fino a poco tempo fa: «Figuriamoci per me, atalantino dalla nascita, che qui ci vivo da 9 anni. Un sogno incredibile». Andrea Sileo, 39 anni, di Gorle, non sta più nella pelle: «Quando nel 2020 abbiamo fondato la Penya Atalantina de Barcelona questa partita in Champions era pura utopia. E invece...».

E invece «dopo aver fatto 5 trasferte europee la scorsa stagione aver vinto la coppa a Dublino, dove tra l’altro ho passato buona parte della mia adolescenza, ora l’Atalanta è qui». E quelli della Penya (in sostanza un club) Atalantina hanno fatto le cose in grande, a cominciare dalla tavola: «Dalle 14 in poi ci ritroviamo “Al grano” un locale di calle Tamarit, per un pranzo bergamasco». Salumi e formaggi misti come antipasto, casoncelli, dolce e caffè. «E anche grappa, dai... Siamo già pieni con le prenotazioni, gli amici di Bergamo con i quali ci incontriamo per mezza Europa al seguito della Dea saranno qui. Una volta terminato saliremo in corteo verso lo stadio».

Andrea Sileo, 39 anni, di Gorle, non sta più nella pelle: «Quando nel 2020 abbiamo fondato la Penya Atalantina de Barcelona questa partita in Champions era pura utopia. E invece...»

Andrea è a Barcellona da 9 anni: «Quella che ora è mia moglie, una ragazza greca, viveva a Madrid, abbiamo deciso di costruire un futuro insieme in un posto che desse opportunità ad entrambi e scelto la Catalogna». Dove lei fa la docente universitaria e lui l’healtcare manager. «Ma la passione per l’Atalanta non mi ha mai abbandonato, anzi. Nel 2020 nel bel mezzo del Covid insieme a un amico, Giuseppe Zaccaria, ha così dato vita alla Penya. «Io a Barcellona ci sono arrivato nel 2009 in Erasmus, ho viaggiato molto e lavorato anche in Australia e Nuova Zelanda ma ho sempre tenuto questa come base» spiega Giuseppe. «Ormai vivo qui in pianta stabile insieme alla mia compagna belga e a mia figlia di un anno, le sto già trasmettendo la passione per l’Atalanta».

Un gruppo di bergamaschi ma non solo

Il gruppo di tifosi nerazzurri si è pian piano ingrossato «arrivando a comprendere anche gente di qui, il nostro gruppo su Whatsapp conta una ventina di persone». Che vive le partite nel solo modo possibile, insieme: «La nostra base è all’Hostal Oliveta, un locale di Poble Sec dove viviamo in modo molto partecipato la partita». Salvo poi prendere il volo appena possibile con la bandiera della Penya al seguito: stemma della Dea su sfondo neroazzurro vista negli stadi (e nelle piazze per tirare l’ora della partita a colpi di birra) di mezza Europa.

Gira e rigira il cerchio si è chiuso proprio a Barcellona, per una partita che si annuncia storica: «Sfidarli qui in casa loro in Champions è qualcosa d’incredibile. Io poi ogni tanto penso ancora allo spareggio perso in casa con la Reggina e alla grandine presa in curva Nord la sera prima, figurati...» ricorda Andrea. «Dimostreremo a un club come il Barça che sappiamo cantare più forte di loro» gli fa eco Giuseppe. E c’è da crederci.

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