![Gli azzurri argento a Salt Lake City: Zorzi, Di Centa, Piller Cottrer e Maj Gli azzurri argento a Salt Lake City: Zorzi, Di Centa, Piller Cottrer e Maj](https://storage.ecodibergamo.it/media/photologue/2025/2/9/photos/cache/il-campione-fabio-maj-bellissimo-vedere-i-mondiali-sulla-pista-abeti-a-schilpa_05b9c048-e6d3-11ef-a82a-33e52af2eaa9_1920_1080_v3_large_libera.webp)
Sport / Valle di Scalve
Domenica 09 Febbraio 2025
Il campione Fabio Maj: «Bellissimo vedere i Mondiali sulla pista Abeti a Schilpario»
L’INTERVISTA. Parla il grande fondista scalvino, Fabio Maj: «Mai immaginato un evento così. Io alle prese con la gara più dura».
Nell’organigramma ufficiale dei «JWSC Bergamo-Schilpario 2025», i Campionati del mondo giovanili in corso nella località scalvina, alla voce direttore di gara figura il nome di Fabio Maj, il grande campione di fondo capace di vincere due argenti olimpici tra gli anni Novanta e i primi Duemila (Nagano 1998 e Salt Lake City 2002) oltre ad altrettanti bronzi iridati, sette vittorie in Coppa del Mondo e dieci titoli italiani assoluti.
Ma sulla pista di casa Fabio – dopo essersi speso anima e corpo per l’organizzazione della rassegna nella sua Schilpario – non si vede, bloccato in casa da una brutta malattia con cui sta facendo i conti. Lui, fondista di razza e quindi abituato alla fatica, a 54 anni sta correndo la gara più dura della vita e dopo aver affrontato una lunga salita, ora deve cercare di restare in piedi nella discesa per poter tornare a volare sul rettilineo d’arrivo.
![Un giovanissimo Fabio Maj sulla pista Abeti Un giovanissimo Fabio Maj sulla pista Abeti](https://storage.ecodibergamo.it/media/photologue/2025/2/9/photos/cache/il-campione-fabio-maj-bellissimo-vedere-i-mondiali-sulla-pista-abeti-a-schilpa_e7cf4890-e642-11ef-a82a-33e52af2eaa9_1920_1445_v3_large_libera.webp)
(Foto di Mauro De Nicola)
«Ho un tumore – spiega Fabio che da buon scalvino va subito dritto al sodo – mi sto curando, ho finito le chemioterapie e ora so che è questione di tempo, i medici mi hanno garantito che da questa tipologia di malattia si esce. Ma non è facile. In questi giorni ho detto a mia moglie Simona che pensavo che la 50 km di Holmenkollen in Norvegia fosse stata la mia fatica più grande, ma che questa esperienza è molto più dura e solo ora capisco e ammiro tutti coloro che combattono contro la malattia».
«In questi giorni ho detto a mia moglie Simona che pensavo che la 50 km di Holmenkollen in Norvegia fosse stata la mia fatica più grande, ma che questa esperienza è molto più dura e solo ora capisco e ammiro tutti coloro che combattono contro la malattia»
Poi sempre da buon bergamasco non si piange addosso ma cambia rapidamente argomento: «Ho iniziato a sciare sulla pista Abeti all’età di sei anni con il mio primo allenatore Valter Maj e ispirandomi, come tutti i ragazzini dello sci club, a Giulio Capitanio di cui seguivamo le gare tutti insieme nel bar dove c’era l’unica tv del paese, ovviamente in bianco e nero – ricorda Maj. Poi ammette che «mai avrei pensato che qui a Schilpario avremmo potuto organizzare un evento di queste dimensioni, ma ne sono molto contento e sinceramente ero anche sicuro che una volta assunto l’impegno saremmo stati all’altezza della situazione e pronti a ben figurare», prosegue Fabio per poi rammentare che «i Mondiali Junior (ne ho fatti due, a Lillehammer e ad Albertiville con un 5° posto come migliore risultato) sono stati il mio trampolino di lancio perché da lì ho capito che questa sarebbe stata la mia vita e le Olimpiadi il mio sogno.
La passione per lo sci sulla pista Abeti
Una vita di grandi sacrifici, di impegno, di sogni, non sempre meritocratica, ma piena anche di grandi gioie ed emozioni immense», sottolinea prima di rivivere un divertente aneddoto proprio sui Mondiali giovanili. «A Lillehammer io e alcuni miei compagni di squadra conosciamo delle ragazzine e andiamo al cinema con loro il pomeriggio, di nascosto e saltando l’allenamento. All’uscita ci siamo ritrovati Moriconi e Gazzotti, i nostri allenatori di allora, ad aspettarci: subito quattro sberloni a testa e la sera una bella predica sull’importanza dell’evento», sorride Fabio prima di tornare ai JWSC. «Con questa manifestazione speriamo di ridare lustro al nostro paese e alla nostra valle dalle meravigliose caratteristiche naturali – chiosa –. Fa immensamente piacere pensare che atleti di 44 nazioni porteranno con sé il ricordo di questo piccolissimo e fantastico angolo di terra».
© RIPRODUZIONE RISERVATA