Il basket piange Claudio Savoldelli, esempio di passione

IL LUTTO. Giocatore, coach e dirigente organizzativo preparato in ogni ruolo. Grande lo spessore umano e sportivo.

È venuto a mancare nel tardo pomeriggio di ieri Claudio Savoldelli, classe 1955, senza dubbio alcuno una delle figure più conosciute ed apprezzate della pallacanestro bergamasca dalla metà degli anni ’70 in poi. Si è spento alla Casa di Cura Palazzolo di Bergamo, ultima tappa, dopo Siena e Casa degli Angeli a Mozzo, del peregrinare tra nosocomi per cercare di venire a capo del male che lo ha colpito lo scorso luglio.

Figlio di Lino, già giocatore dell’Atalanta, fratello di Stefano, giocatore di basket di buon livello, padre di Nicola (azzurrino giovanile, quindi in A2 e B Nazionale), per parecchi anni il suo negozio di articoli sportivi Non Solo Basket di via Borfuro, in città, è stato l’indiscusso punto di ritrovo di giocatori, allenatori, dirigenti e appassionati della palla a spicchi della nostra provincia. Per almeno tre lustri è stato delegato provinciale degli allenatori di basket. Tra le altre cose è stato tra i sette fondatori, nel 1971, degli Atalanta Commandos, uno dei primissimi gruppi di tifoseria organizzata bergamasca.

Il suo mondo la pallacanestro

Nell’ambito della pallacanestro Savoldelli ha recitato, con la modestia, la preparazione e la simpatia che lo hanno sempre contraddistinto, molteplici ruoli: giocatore (Jago Bc Bergamo), allenatore (Basket Club 78 Lallio, Us Mozzo, Pol. Brembate Sopra, Verdello, Excelsior Bergamo, Scame Torre Boldone, Us Celana), dirigente organizzativo (BluOrobica Bergamo, Excelsior Bergamo). Per il nostro movimento cestistico, e lo sport in generale, una perdita gravissima per lo spessore umano e sportivo, nonché per la passione, sempre mostrata. Ci si permetta di evidenziare che con la scomparsa di Claudio Savoldelli se ne va una parte di tutti noi che amiamo visceralmente la pallacanestro e la vediamo faticare ad uscire dall’impasse attuale.

© RIPRODUZIONE RISERVATA