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Domenica 22 Settembre 2024
«I miei 70 anni a tutto gas»: Bigù, la leggenda Andreini
MOTOCICLISMO. Lunedì 23 settembre è il compleanno del campione di Fino del Monte. «L’inizio 16enne, ho vinto tricolori e Sei Giorni, poi meccanico per Agostini».
Fa parte del ristretto gruppo dei più grandi della motoregolarità, nel quale sono annoverati leggendari piloti bergamaschi quali Alessandro Franco Gritti, Gualtiero Brissoni, Augusto Taiocchi, Giovanni Sala, Fabio Farioli. Guglielmo Andreini, originario di Bergamo città ma da anni residente a Fino del Monte lunedì 23 settembre, raggiungerà il traguardo dei 70 anni. Andreini ha smesso di correre nel 1990, ha trascorso alcuni anni nelle Fiamme Oro come meccanico e poi ha messo a disposizione le sue conoscenze restando nel settore velocità quale apprezzatissimo tecnico in alcuni team del Motomondiale e della Superbike. In cinque occasioni è anche approdato al Rally Dakar.
Le prime corse a 16 anni
Andreini, soprannominato Bigù dal nome della fattoria paterna a Valtesse, è nel mondo dei motori da sempre. Ha iniziato a correre nel 1970, a 16 anni, con un Gerosa 50, faticosamente acquistato facendo anche quattro lavori contemporaneamente (apprendista meccanico in due officine, addetto alla consegna all’alba dei quotidiani e venditore di panini e bibite allo stadio). Tale determinazione, unita a fisico e talento, lo hanno ben presto portato ai massimi livelli: nel ’71 è campione Fmi nella classe 100 su Ktm, nel ’78 arriva il primo titolo italiano, nella classe 500 su Swm, nel ’79 il primo di cinque titoli europei (gli altri nell’80, ’81, ’82 e ’84). Ha poi vinto tre volte nella Valli Bergamasche e ha partecipato a 16 edizioni della Sei Giorni vincendo 15 ori e sei volte nella sua classe. Nel ’79 ha anche vinto un titolo italiano nel motocross. Per tre volte, nel ’79 in Germania, nell’80 in Francia e nell’86 in Italia, a San Pellegrino, ha fatto parte della nazionale azzurra che si è imposta nel Trofeo mondiale alla Sei Giorni. I marchi ai quali ha legato il proprio nome sono stati Ktm, Gilera, Swm, Maico, Honda e Husqvarna. Nel 2015 la Federmoto Internazionale gli ha assegnato il prestigioso premio Fim Enduro Legend.
«Il mio anno d’oro - ricorda – è stato il ’79. Ottimamente assecondato dalla Swm ho vinto l’Europeo, l’Italiano motocross e la Sei Giorni, sia come classe sia come componente di squadra mentre alla Valli ho chiuso 2° di classe. Il top tecnico si concretizzò dall’anno successivo, col passaggio alla tedesca Maico, una moto che mi ha regalato soddisfazioni e aperto porte»
«Il mio anno d’oro - ricorda – è stato il ’79. Ottimamente assecondato dalla Swm ho vinto l’Europeo, l’Italiano motocross e la Sei Giorni, sia come classe sia come componente di squadra mentre alla Valli ho chiuso 2° di classe. Il top tecnico si concretizzò dall’anno successivo, col passaggio alla tedesca Maico, una moto che mi ha regalato soddisfazioni e aperto porte. L’ottimo rapporto con Giacomo Agostini mi ha dapprima portato lo sponsor Marlboro e successivamente, appeso il casco al chiodo, a far parte del team di velocità del campionissimo, nel ’93. Da allora, son passati 31 anni, sono sempre rimasto come meccanico nel Motomondiale o nel Mondiale Superbike».+
L’amicizia con Agostini
Tra i piloti seguiti Kocinski, Cadalora, Fogarty, Xaus, Capirossi. «In questa stagione – racconta Andreini – seguo il Trofeo rookie abbinato al Motomondiale, un’attività che porto avanti da circa dieci anni ma che intendo interrompere fra poche settimane. Nel tempo libero mi piace restaurare vecchie moto di marchi ai quali sono affezionato. Ho fatto tornare a nuovo un Gerosa 50 simile a quello dei miei 16 anni e sto terminando di rigenerare una Bultaco El Bandido 360 e una Husqvarna 125 degli anni ’70».
E il futuro? «Non penso di annoiarmi, farò il nonno, il padre, il marito, curerò il giardino, la casa, le piante di mele e ovviamente la mia collezione di moto. Se poi al Moto Club Bergamo avranno bisogno di un aiuto per la Sei Giorni ad agosto non mi tirerò indietro. Come appassionato ho un rimpianto, che in Bergamasca non si sia realizzato un circuito di motocross di alto livello. Con le nostre tradizioni è intollerabile».
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