Ciclismo, Cattaneo e Rota cercano gloria alla Vuelta

AL VIA A LISBONA. Scatta sabato 17 agosto dalla capitale portoghese il Giro di Spagna numero 78. Assenti Pogacar e Vingegaard, lo sloveno Roglic grande favorito. I due bergamaschi andranno a caccia di successi di tappa.

L’assenza del Cannibale sloveno Tadej Pogacar - già vincitore quest’anno del Giro d’Italia e del Tour de France - rende estremamente incerto il pronostico sull’edizione 2024 della Vuelta a España, che prende il via sabato 17 agosto da Lisbona, in Portogallo. Pogacar ha rinunciato alla corsa iberica e, con essa, alla possibilità di realizzare un sensazionale triplete ciclistico: ha deciso di preparare il Mondiale, e lo sta facendo con la solita meticolosità. Tra l’altro alla Vuelta non sarà al via nemmeno il suo grande rivale, il danese Jonas Vingegaard, che sta dominando il Giro di Polonia, per cui i nomi dei favoriti spaziano altrove. In generale, la squadra dell’Uae Emirates insegue comunque il tris nelle grandi corse a tappe stagionali, e dopo la doppietta di Pogacar affida al portoghese Joao Almeida e al britannico Adam Yates il compito di portare a casa la Vuelta.

L’Italia spera in Tiberi e Ciccone

E poi c’è l’altro sloveno, Primoz Roglic, il quale con la Vuelta ha un rapporto speciale avendola vinta per tre edizioni di seguito (2019, ’20 e 21’). L’Italia è presente con sedici corridori, tra i quali due bergamaschi: Mattia Cattaneo (33, anni Soudal Quick Step) e Lorenzo Rota (29 anni, Intermarchè), ed entrambi sono a caccia di soddisfazioni parziali, sotto forma di vittorie di tappa. Fra gli italiani, il compito di fare classifica toccherà al frusinate Antonio Tiberi (23 anni, Bahrain) e all’abruzzese di Chieti Giulio Ciccone (29 anni, Lidl-Trek).

Nel 1968 il trionfo di Gimondi

La Vuelta, all’edizione numero 78, prevede 21 tappe per complessivi 3.625 km ed è caratterizzate da due cronometro individuali (quella di Lisbona di 12 km e un’altra di 22 km l’ultimo giorno a Madrid). Previsti 54 gp della montagna per un dislivello 59.270 metri. Sei gli italiani nell’albo d’oro: oltre al grande Felice Gimondi (1968), ci sono Angelo Conterno, Giovanni Battaglin, Marco Giovannetti,Vincenzo Nibali e Fabio Aru.

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