Caironi e il record: «Questione di testa, corro più rilassata»

Martina, reduce dalla trasferta americana, spiega il suo grande momento di forma. «Merito anche del nuovo coach».

Lunedì mattina, al momento dell’atterraggio a Malpensa, dopo venti ore di volo e due scali (prima a Seattle e poi a New York) Martina Caironi era tanto stanca quanto felice. Da Eugene, negli Stati Uniti, scenario della terza tappa stagionale della Diamond League (il circuito di atletica leggera più importante al mondo), la (quasi) 33enne donna bionica delle Fiamme Gialle è tornata con in valigia un lungo weekend da raccontare un giorno ai nipotini e il «suo» record del mondo, quello dei 100 metri T63 (corsi in 14”02, + 0,3 m/s), che si è ripresa facendosi un baffo del tempo che passa: «Sapevo di poter migliorare il primato personale (era 14”37, ndr), non di spingermi così in là: sì, gareggiare in un contesto del genere, ha fatto la differenza».

L’ha corsa in uno scenario senza precedenti in carriera, sul medesimo tartan (quello dell’impianto intitolato a Steve Prefontaine) dove tra un mese e mezzo si disputeranno i Mondiali dei normodotati: «Sarei dovuta essere a Barcellona, ma qualche settimana fa siamo state contattate dall’organizzazione – ha detto la bicampionessa paralimpica di Londra 2012 e Rio 2016 (argento nove mesi fa a Tokyo) –. Hanno dimostrato di volerci fortemente, tanto è vero che i premi in denaro sono stati equiparati a quelli degli atleti olimpici».

Nel paese dei balocchi dell’atletica leggera ha visto da vicino il crème della crème, vivendo fianco a fianco con un bel po’ di big del movimento azzurro: «Li ringrazio tutti, perché prima che gioire per il mio record, mi hanno fatto sentire parte del loro gruppo e non era scontato». Non lo sono certo i risultati di questa prima parte di stagione, che meno di due mesi orsono, ad Ancona, le avevano già visto migliorare il primato mondiale del salto in lungo (ora a 5,23): «Un contributo me lo stanno dando anche nuove calzature e protesi, ma la base di tutto è la mente. Sto imparando a gareggiare più rilassata». Una spinta, in tal senso, l’ha data il ritorno a Bergamo, per la precisione nel quartiere della Malpensata, dove è tornata a vivere, dopo un decennio trascorso a Bologna, dallo scorso autunno. Un’altra, viene dal suo nuovo coach, il leffese Gianni Marcarini, con cui la collaborazione è iniziata da pochi mesi: «Mi segue quotidianamente, e mi sta facendo capire che, anche alla mia età, dopo un lungo percorso, a livello tecnico ho ancora dei margini di crescita».

Dal 9 all’11 giugno in gara a Parigi

Il paradosso di quella che, a livello di prestazioni è la sua stagione più bella di sempre, è che per il mondo paralimpico, dopo la cancellazione dei Mondiali giapponesi di Kobe, quest’anno non ci saranno eventi internazionali di rilievo. Non si annoierà comunque, perché il trio di Charlie’s Angels completato da Monica Contraffatto e Ambra Sabatini (con cui all’ultima Paralimpiade ha scritto la storia) è parecchio ricercato. Per lei, primo appuntamento in cui provare a entrare in una nuova dimensione, valicando il muro dei 14 secondi sui 100 metri, sarà quello del weekend dal 9 all’11 giugno, a Parigi, con la Nazionale: quello che un anno fa sembrava essere impossibile (aveva un pb di 14”61) ora è un obiettivo alla portata.

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