Atleti con e senza disabilità in un’unica squadra: Cus e Volley Bergamo lanciano la Special Team Cus VB91

BERGAMO. Giocherà negli impianti dell’Accademia della Guardia di Finanza. «Contagiati dalla passione di atlete e atleti».

Lo sport è benessere, passione, inclusione, realizzazione personale. Per tutti, senza distinzioni. È con questi principi che nasce la Special Team Cus VB91, la squadra di «volley unificato» lanciata dalla rinnovata collaborazione tra Cus Bergamo e Volley Bergamo 1991. Un progetto sportivo e sociale, per dare la possibilità ad atleti con e senza disabilità intellettiva dai 14 anni in su di giocare insieme in una formazione mista: gli «atleti», ovvero - secondo la denominazione del volley unificato - i ragazzi con disabilità, e i «partner», cioè i ragazzi volontari senza disabilità che si accompagneranno a vicenda in un percorso di crescita sportiva, individuale e sociale.

L’attività

«C’è ancora tanto da fare, ma collaborare con una società di A1 è una vetrina importante»

A ospitare la Special Team Cus VB91 saranno gli impianti dell’Accademia della Guardia di Finanza, dove dal 2 ottobre inizieranno gli allenamenti. Una squadra che si preannuncia di livello grazie alla sinergia con la Volley Bergamo 1991, società di serie A1. «Una squadra di pallavolo che collabora con una società di A1 è una vetrina importante per i ragazzi» commenta il presidente del Cus Claudio Bertoletti, che ribadisce l’importante valore sportivo e sociale dell’iniziativa: «Diversamente da altre discipline dove ci sono attività specifiche orientate esclusivamente alla disabilità, il nostro scopo è giocare a pallavolo insieme. Lo sport è lo stesso e vogliamo che i ragazzi giochino insieme». Anche la Volley Bergamo 1991 ha sposato il progetto con entusiasmo, cogliendo il valore del lavoro di rete con il Cus. «C’è ancora tanto da fare per l’inclusione dei ragazzi con disabilità nello sport - afferma il vicepresidente Paolo Bolis -. Ma è un progetto in cui crediamo molto, lo abbiamo coltivato e sostenuto in quesi anni - conclude - facendoci contagiare dalla passione che muove queste atlete e questi atleti».

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