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Martedì 02 Ottobre 2018
Atalanta, tutti i numeri del dominio
Ma questa ragnatela è una trappola
Il dato che meglio fotografa la prestazione dell’Atalanta nella sconfitta di Firenze, è sicuramente il possesso palla. Gli orobici controllano la sfera per il 62,7 % del tempo effettivo di gioco e per lunghi tratti sembrano essere padroni del campo, con 492 passaggi di cui 417 completati, contro i soli 247, di cui 176 completati degli avversari.
I nerazzurri fanno tutto bene per 70 metri, ma quando si arriva nella trequarti, i conti non tornano. Tanto possesso produce alla fine 17 tiri ( 7 bloccati, 7 fuori e solo 3 nello specchio della porta) contro una media nelle ultime 30 gare di 5 tiri in porta a partita.
Lo schieramento
Ma procediamo con ordine. Gasperini schiera l’Atalanta con il 3-4-1-2, dove Gollini ritrova i pali, Mancini è il terzo di sinistra (che sostituisce l’infortunato Masiello), Palomino è il centrale e Toloi schierato a destra. A centrocampo i due esterni Hateboer (a sinistra) e Castagne (a destra) hanno il compito (peraltro ben svolto), di oscurare Pjaca (solo 7 passaggi completati e un dribbling vinto sui 4 tentati per 56 minuti di impiego) e Chiesa (solo 15 passaggi tentati contro i 28 di media e solo 3 dribbling vinti contro i 7 vinti di media).
La strana coppia di interni
L’insolita coppia di interni è composta da de Roon a destra e Pasalic centro sinistra. Il croato convince a metà; completa un buon numero di passaggi, 42 su 50 tentati, ma ha perso 10 palloni di cui 4 nella propria metà campo, e 3 pericolosamente in fase d’uscita. Freuler alto sulla trequarti (sicuramente lo svizzero è stato spostato in quella posizione, perché più rapido e in grado di pressare meglio di Pasalic), ha il compito di schermare Veretout (9 palle perse; 36 passaggi tentati contro i 50 di media, e solo il 75% completati, contro una media in campionato superiore all’85%).
La coppia d’attacco è composta da Zapata e Gomez. L’argentino schierato a destra andrà a giocare spesso nella zona di competenza di Vitor Hugo (3 falli, 13 duelli difensivi, di cui 11 persi ) costruendo su quel lato 43 azioni offensive (corrispondenti al 60% delle azioni offensive totali).
Primo tempo ok, poi...
Nel primo tempo il piano tattico di Gasperini funziona alla perfezione, la Fiorentina fatica a risalire il campo, Chiesa e Pjaca (Pioli proverà ad invertirli, senza però ottenere risultati) molto larghi facilitano il compito di marcatura di Castagne e Hateboer, senza costringere i tre dietro ad uscite pericolose in chiusura. In avanti, Gomez (10 dribbling vinti su 10 tentati, 19 duelli vinti e 38 passaggi accurati) è sicuramente il più pericoloso, ma qui iniziano le note dolenti.
Giunti sulla trequarti avversaria, l’Atalanta si perde in una ragnatela di passaggi (il numero citato in testa all’articolo ne è una chiara dimostrazione) per cercare di arrivare palla al piede di fronte al portiere, fa scelte di tiro sbagliate; ad esempio, all’11° minuto, quando Gomez tira defilato invece di servire Freuler liberissimo sul secondo palo. Gli orobici mettono un buon numero di palloni in mezzo (24 cross contro i 16 di media) ma con scarsa precisione, infatti, solo 8 porteranno ad una conclusione (Gomez ne effettuerà 10, ma solo 2 giungeranno a destinazione).
Gli inserimenti fuori sincrono di attaccanti e centrocampisti completano il mosaico di un attacco che non funziona. Tutto questo, vanificherà per tutto il primo tempo (ma anche per il resto della gara), la grossa mole di lavoro dei nerazzurri. Il secondo tempo inizia sulla falsa riga del primo, ed a sconvolgere il piano tattico di Gasperini è l’episodio del rigore procurato da Chiesa. Il tecnico di Grugliasco da qua in poi, varia più volte l’assetto tattico. Al 23’ st toglie Mancini ed inserisce Rigoni, passando ad un 4-2-3-1. Al 31’ st toglie Castagne per un più offensivo Adnan, ed al 34’ st inserisce Barrow (che va a giocare largo a sinistra) passando ad 4-2-4, con Zapata punta centrale e Gomez che agisce da seconda punta.
Il possesso palla sale oltre l’81% tra il 16 e il 30’ st (massimo sforzo per cercare di riacciuffare il pareggio) ma con un solo tiro nello specchio della porta. La punizione nei minuti di recupero di Biraghi, sancisce la sconfitta, e la quarta gara su sette di campionato, senza segnare reti.
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