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Martedì 25 Settembre 2018
Atalanta, nei numeri il segreto dell’impresa
Due chilometri corsi più dei rossoneri
Una partita a due facce quella del posticipo di domenica, giocata tra il Milan di Gattuso e l’Atalanta, insolitamente guidata in panchina da Gritti.
Gli orobici si schierano inizialmente con il modulo 3-4-1-2, che manterranno (nonostante i cambi di Rigoni per Pasalic, e Zapata per Barrow) fino al 75° minuto, quando con l’ingresso di Ilicic per Gosens, si dispongono con il 4-2-3-1.
Nel primo tempo, il Milan prende il controllo del campo (possesso palla 53,3%, contro il 46,7% dei bergamaschi). In questa frazione di gioco sono da rivedere le uscite di Masiello su Suso, che hanno spesso messo in difficoltà la retroguardia orobica, e i meccanismi di pressing alto che non sempre hanno funzionato.
A livello dei singoli, Pasalic è risultato poco incisivo nel gioco dell’Atalanta, e nei 45 minuti del primo tempo, ha toccato 23 palloni, perdendone 4, e riuscendo a completare solo 14 passaggi. Il croato si è divorato anche una palla gol clamorosa di testa su un tiro cross di Toloi al 32’ minuto (xg pari a 0,59, in pratica un’occasione che si trasforma nel 60% delle volte). Anche Barrow si è visto poco, il gambiano ha toccato solo 15 palloni, perdendone 6, evidenziando più di un problema sul primo controllo di palla ( a Zingonia dovranno lavorare molto su questo aspetto). Il primo tempo si è concluso con i rossoneri in vantaggio per 1- 0. I 9 tiri del Milan producono xg pari a 0,86 (da notare che Higuain trasforma in rete un tiro con bassa probabilità di realizzazione, xg pari a 0,17). L’Atalanta nel primo tempo tira 4 volte verso la porta difesa da Donnarumma collezionando xg pari a 0,84.
La ripresa si apre con la doppia sostituzione in casa atalantina, entrano Zapata per Barrow, e Rigoni per Pasalic. L’argentino con 36 palloni giocati, 2 palle recuperate, 2 occasioni da gol create e 1 gol, riscatta l’opaca prestazione di lunedì scorso a Ferrara. Notevole anche l’impatto del colombiano sulla gara. Nei 52 minuti in cui è rimasto in campo, Duvan ha toccato 19 palloni, creato 4 palle gol, ha tirato 4 volte in porta, fornito un assist e recuperato un pallone. Il possesso palla nella ripresa è a favore dell’Atalanta, 53,5% contro il 46,5% del Milan. Nella ripresa i bergamaschi hanno tirato per 12 volte (6 nello specchio della porta) rendendosi notevolmente più pericolosi del Milan (7 tiri ma solo 1 nello specchio della porta).
La mappa dei passaggi riprodotta qui sopra, mostra la disposizione dell’Atalanta prima del cambio di Ilicic per Gosens (75° minuto). Il tedesco torna ad essere largo rispetto al suo impiego nella gara contro la Spal, garantendo ampiezza al gioco dei nerazzurri. La «larghezza» media sul campo dell’Atalanta risulterà pari a 40,88 metri che saliranno a oltre 48 metri quando l’Atalanta sarà in possesso di palla. Gomez ritrova la sua posizione alta, ma rispetto alla posizione solitamente occupata è più interno (nel primo tempo gioca molto vicino a Barrow).
Torna a essere visibile il rombo che l’Atalanta è solita formare a sinistra (Masiello, Freuler, Gosens, Gomez). Da questo lato si svilupperanno 27 attacchi (il 47% del totale). A destra la posizione più interna di Pasalic prima e Rigoni dopo daranno equilibrio alla squadra. Da quel lato si cercheranno solo le incursioni di Castagne che con 66 palloni giocati, risulterà il giocatore più chiamato in causa per gli orobici. Masiello 59 e Freuler con 58 palloni, sono invece stati i giocatori che hanno effettuato il maggior numero di passaggi.
Un ultima analisi la meritano le corse, che sembrano indicare una ritrovata brillantezza per gli orobici che in campo hanno percorso complessivamente 113,427chilometri, superiore di 2 chilometri alla distanza percorsa dal Milan. Va notato che la parte maggioritaria di questa differenza (1,5 chilometri) è stata percorsa dai giocatori bergamaschi sprintando, mentre il restante mezzo chilometro di differenza è costituito da corse lente di recupero e corse di posizionamento.
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