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Giovedì 06 Febbraio 2025
L’ennesima (e gloriosa) vita del «Gatto», dalla malattia al Mondiale Endurance
AUTOMOBILISMO. Gattuso, chiamato dalla Ford ufficiale, guiderà una Mustang Gt3 Proton. La nuova avventura a 40 anni: «È l’occasione che ho sempre aspettato».
Le tante vite del Gatto: questa lo porterà a correre il Mondiale. Quella di Stefano Gattuso è una bella storia che va oltre lo sport: il futuro prossimo strizza l’occhio al lieto fine. Perché il bergamasco coronerà il sogno dell’intera carriera a quarant’anni, dopo avere rischiato la morte. Non per un incidente in pista, pericolo inevitabile per chi vola a trecento all’ora, ma per un terribile male: Gattuso ha vinto la sua gara più importante e ha saputo ripartire, guadagnandosi una chance alla quale nessuno avrebbe potuto pensare.
L’opportunità nella malattia
Nessuno tranne lui. Sì, perché, in questa storia, l’elemento agonistico si intreccia indissolubilmente con quello della malattia: quando, nell’estate 2022, Stefano seppe cosa doveva combattere - un raro sarcoma ai tessuti molli del polpaccio destro - non si preoccupò più di troppo e subito pensò che si apriva un’occasione sportiva. Quel pazzo del Gatto, qualche giorno dopo la diagnosi, non perse tempo e scrisse alla Fia, chiedendo il declassamento a pilota Bronze, passepartout per le ambizioni: allegò gli esami ed ebbe presto risposta affermativa. Va spiegato: nel motorsport ci sono piloti Gold, Silver e Bronze, in base al curriculum; il bergamasco era Silver grazie ai risultati ottenuti in carriera, ma con la malattia è sceso di una categoria. Il paradosso sta nel fatto che conviene essere al piano di sotto, perché permette di essere più appetibile per un team: nella costruzione di un equipaggio Endurance, va scelto un pilota per ogni classe e dunque fa molta più gola un big in terza fascia, un Verstappen travestito da Stroll.
Guarigione e ritorno in pista
Così Gattuso, durante i mesi più duri, tra una terapia e l’altra, aveva un obiettivo stampato in testa: «Pensavo solo a tornare alla svelta, perché volevo arrivare al Mondiale: il passaggio a Bronze è stato una delle fortune nella mia malattia, perché mi ha dato una forza extra», confessa oggi. La storia è continuata con la guarigione e il ritorno in pista ventidue mesi dopo, a maggio 2024, ricoprendo un ruolo da protagonista nel Campionato Italiano Gt Endurance. Il campionato si è chiuso a fine ottobre con la beffa di un ultimo atto saltato senza potere attaccare il titolo, ma la consolazione era dietro l’angolo: dopo pochi giorni il pilota di Sarnico è partito per il Bahrein, per andare a svolgere i rookie test del Wec, World Endurance Championship. Lì il Gatto ha fatto quello che sa fare meglio, andare fortissimo: quella prestazione ha prodotto la chiamata della Ford ufficiale, gestita da Proton Competition. Il bergamasco guiderà una Mustang Gt3, divisa con Dennis Olsen e Giammarco Levorato: correrà nella categoria Lmgt3.
Correrà la 24 Ore di Le Mans
Il Mondiale 2025 parte in Qatar a fine febbraio, poi proseguirà fino a novembre in Bahrain, dove tutto è cominciato: in totale otto gare (tutte tra le sei e le ventiquattro ore) in cui Gattuso potrà sfruttare l’occasione della vita. Il fiore all’occhiello è la 24 Ore di Le Mans, alla quale non ha mai partecipato: il livello è elevatissimo, uno dei gradini più alti del motorsport dopo la Formula 1, i rivali hanno nomi altisonanti, da Button a Magnussen e Kubica, fino probabilmente a Valentino Rossi.
«L’occasione che ho sempre aspettato»
«Ho voglia di giocarmela: sto benissimo, sono pronto e mi aspetto che possiamo lottare per posizioni importanti. È l’occasione che ho sempre aspettato, che vale un’intera carriera», confessa Stefano. Che ha già vinto tutto: «Nel mio piccolo vorrei dare un messaggio a chi soffre: avere un obiettivo chiaro in testa mi ha aiutato mentre affrontavo la malattia, perché mi ha tenuto concentrato su fronti diversi. Ovviamente serve tanta fortuna, ma mantenere ottimismo e porsi un traguardo è fondamentale». Il Gatto ce l’ha fatta e nella sua prossima vita si giocherà un Mondiale.
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