Agazzi: «Sofia Goggia incredibile, grande lavoro di squadra»

SCI. Il tecnico di Goggia racconta la genesi del trionfo in America. «Decisivi i test a Copper Mountain, ora si parte da un altro livello».

«Abbiamo realizzato qualcosa d’incredibile». Ed è proprio il plurale a dare il senso di squadra, di orchestra all’unisono per consentire alla solista di sprigionare talento, genio e quella forza probabilmente fuori dal comune. Fisica e mentale. Sulla strada del rientro dagli Stati Uniti, Luca Agazzi racconta il mese «a stelle e strisce» che ha portato a un weekend che ha assunto i contorni della leggenda. Perché se Sofia Goggia ha centrato un secondo e un primo posto tra discesa e superG a Beaver Creek dopo 10 mesi lontano dal cancelletto e dovendo superare, nuovamente, l’ennesimo maledetto incidente, l’aggettivo «incredibile» probabilmente racconta solo parzialmente la portata di quanto ottenuto sulla «Birds of Prey».

Il lavoro di preparazione

«A Copper Mountain – riavvolge il nastro l’allenatore originario di Leffe – le condizioni sono state subito ideali per cominciare il lavoro che ci avrebbe portato al rientro in Coppa del Mondo. Una neve molto facile e un terreno senza grande pendenza ci hanno consentito di concentrarci a dovere sia sui materiali sia sul set up. Sofia si è trovata immediatamente a suo agio fornendo risposte incoraggianti su ogni fronte».

Poi l’approccio con il Colorado e con la «prima» a Beaver Creek, pista mai testata: «La neve era stata trattata per le competizioni maschili – continua Agazzi – perciò con abbondante utilizzo di acqua su una pista d’altissimo livello e dalle pendenze importanti. Ecco perché si necessitava di una fase di adattamento. Non a caso nel primo training si è fatta molta fatica anche a causa della bassa velocità nella parte alta, settore dove gli sci facevano fatica a girare. Da quel momento la progressione verso la crescita è stata costante e la confidenza di Sofia con il tracciato in progresso evidente. In discesa non si è espressa al massimo, ma dopo 10 mesi il secondo posto è stato un risultato strepitoso che le ha consentito di trovare tutte le certezze necessarie per vincere il superG, punto d’arrivo di un risultato eccezionale. Goggia è la fuoriclasse che conosciamo, ma l’attività svolta dal resto del team è stata impeccabile, dal preparatore Matteo Artina allo skiman Barnaba Greppi fino alla fisioterapista Sarah Bazzocchi».

A gennaio per il gigante

Qualche ora per rifiatare e godersi un po’ d’Italia (chissà se per gustarsi un’amatriciana come svelato dalla stessa Sofia dopo la gara) per poi ripartire alla volta di St. Moritz, visto che in Svizzera sono in agenda due superG consecutivi nel prossimo weekend: «I piedi sono e devono sempre rimanere ben ancorati a terra – sottolinea il tecnico bergamasco – però ovviamente adesso si parte da un altro livello. Il gigante? Probabilmente il debutto avverrà a Kranjska Gora (Slovenia) sabato 4 gennaio. Sulla specialità ci concentreremo nel periodo natalizio e vedremo i riscontri che emergeranno».

Lei a Linate: «Al via libera e serena»

Il gruppo è atterrato lunedì 16 dicembre, nel tardo pomeriggio, all’aeroporto di Linate: «Non avevo mai ricevuto un’accoglienza mediatica così dopo una vittoria – ha dichiarato Goggia –. Meglio non potevo fare e sono molto contenta di essermi presentata al via libera e serena. Senza pensare minimamente al fatto che rientravo dall’infortunio. Vorrei affrontare le prossime gare con lo stesso atteggiamento».

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