Addio a Milesi, una colonna della pallavolo bergamasca

VOLLEY IN LUTTO. Dopo essere stato dirigente al Seriate e all’Excelsior, ha guidato il comitato provinciale per oltre 20 anni.

Si è spento nella mattinata di ieri, 3 gennaio, all’età di 76 anni, Osvaldo Milesi, uno dei personaggi più noti e più importanti della pallavolo bergamasca degli ultimi decenni. Dopo aver ricoperto la carica di dirigente nel Seriate all’inizio degli anni ’70, è passato poi all’Excelsior, società in cui è stato prima dirigente e poi presidente e responsabile della sezione pallavolo per più di vent’anni. Dalla fine degli anni ’90 ha sostituito Aldo Ronca ed è diventato il presidente del Comitato Fipav di Bergamo, incarico che ha ricoperto fino al 2021, anno in cui è stato sostituito dall’attuale presidente Luigi Rozzoni. Nello stesso anno ha cominciato ad accusare i primi segni della sua malattia.

«Nonostante ciò aveva deciso di rimanere in Comitato, in qualità di consigliere, per affiancarmi nel mio nuovo incarico di presidente - spiega Luigi Rozzoni - ed è anche grazie a lui se la pallavolo bergamasca, a cavallo degli anni 2000, è letteralmente esplosa. Ricordo con piacere il suo lavoro per portare a Bergamo, nel 2017, il Trofeo delle Province e il suo interesse nell’avviare contatti con l’Università di Bergamo, culminati con un seminario sulla pallavolo giovanile. Lo ricordo infine nella sua ultima apparizione pubblica, nel giugno 2022, in occasione della festa della pallavolo provinciale. Nel 2023, invece, non era riuscito a partecipare».

A causa dell’aggravarsi della sua malattia, la scorsa settimana era stato trasferito all’Hospice di Borgo Palazzo, poi un paio di gironi fa la sua situazione si è ulteriormente aggravata, fino al decesso di ieri mattina. Al suo fianco, fino agli ultimi giorni, l’amico Roberto Boroni, che con Osvaldo Milesi ha condiviso 45 anni di storia della pallavolo bergamasca affiancandolo prima all’Excelsior e poi al Comitato Fipav di Bergamo. «Sono stato in contatto con lui fino a pochi giorni fa - racconta Roberto Boroni - da quando si era ammalato, andavo a trovarlo ogni settimana e, oltre alla imprese sportive, ricorderò sempre le nostre lunghe chiacchierate».

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