«Ora i cormorani sono un problema»

L’ANALISI. In Regione si discute la possibilità di studiare l’impatto del volatile sulla fauna ittica.

Ci si avvicina al mese di dicembre ed è ora di dare un’analisi al passo degli uccelli degli ultimi mesi grazie al lavoro dell’associazione venatoria Anuu Migratoristi. Dopo un passo primaverile deludente, caratterizzato da un meteo poco clemente, ci si aspettava qualcosa di meglio, ma la speranza di una ripresa del passo nella stagione estivo-autunnale è andata persa.

Mentre il mese di agosto è stato uno dei più caldi dal 1800 ad oggi con fenomeni temporaleschi molto intensi, la migrazione è iniziata con la partenza dei Rondoni e dei Balestrucci dai quartieri di nidificazione urbani, confermando però anche in questo anno, come già da tempo si nota, una loro importante diminuzione. Tra le specie transahariane si è notata una buona presenza della Balia nera, che già nella prima decade di agosto ha fatto la sua comparsa unitamente a Prispolone e Stiaccino, anch’essi in buon numero. Scarsi i Culbianchi, i Luì grossi e i Luì verdi nonché i Beccafichi.

Nulla da segnalare per quanto riguarda la Quaglia e la Tortora selvatica che, secondo i rilevatori, hanno mantenuto nei territori a loro congeniali una discreta presenza. Sempre ad agosto, come da calendario, si sono notati i primi movimenti dei limicoli come i vari Piro piro, Piovanelli, Beccaccini e anatidi. Settembre è apparso in controtendenza rispetto ai mesi trascorsi a causa delle correnti d’aria fresca provenienti dal Nord Europa. Il mese si è aperto così al Nord con la speranza di osservare i primi Tordi bottacci, che appaiono in modo scarso dalla seconda decade del mese senza però soddisfare gli appassionati dei grandi turdidi. Infatti, unitamente al Merlo, il Tordo bottaccio si è fatto desiderare per tutto il periodo della migrazione regalando, si fa per dire, solo una o due giornate che saranno considerate probabilmente le cosiddette prime «furie».

In questo mese alle specie transahariane già citate, che hanno continuato a manifestarsi una buona presenza, si è aggiunta l’ottima presenza del Colombaccio, dello Storno, del Pettirosso e quella, sebbene non eclatante, del Pigliamosche e del Codirosso. Nulla da segnalare per quanto riguarda i Fringillidi che però, con ottobre, hanno fatto la loro ottima comparsa con il Fringuello accompagnato dal Frosone, quest’ultimo tornato presente in piccoli gruppetti in diverse zone dopo anni di assenza. Unitamente poi, come siamo abituati a vedere, si sono aggregati Fanello, Lucherino e Peppola.

Il tema dei cormorani

Dagli uccelli tanto attesi, a quelli che invece fanno discutere. In Regione Lombardia si torna a parlare del problema cormorano per l’attività di pesca e il possibile aiuto dei cacciatori. Una mozione proposta in Consiglio regionale propone di avviare uno studio per determinare, per ogni corpo idrico, la capacità di supporto massima di cormorani che ogni ecosistema locale può tollerare, e di rivedere i parametri numerici per la selezione degli stessi, adattandoli alla situazione attuale di ciascun tratto di acqua dolce.

Tra le richieste, vi è anche l’autorizzazione alla selezione dei cormorani per i cacciatori che praticano la caccia da appostamento fisso, valorizzando la loro esperienza e competenza nella gestione dell’avifauna acquatica. Inoltre, si propone di estendere la possibilità di contenimento dei cormorani a tutte le province lombarde, con l’individuazione di un numero specifico di abbattimenti per ciascuna di esse. Infine, considerando che i cormorani tendono a essere stanziali, si suggerisce di estendere il periodo di contenimento dal 1° gennaio al 31 dicembre.

«Da tempo arrivano segnalazioni in merito, il cormorano deve essere riconosciuto come una specie da contenere a causa della pressione che esercita, con la sua alimentazione e per le malattie di cui può essere veicolo, sull’ittiofauna»

«I problemi legati all’eccessiva diffusione dei cormorani ci sono e sono seri - ha affermato il consigliere regionale Pd Davide Casati -. È per questo che abbiamo votato a favore della richiesta di uno studio specifico che censisca e valuti la presenza dei cormorani in ciascun corpo idrico della nostra Regione. Così come abbiamo anche votato per dare indicazioni specifiche alle province affinché si organizzino in forma autonoma e coinvolgano sia gli Ambiti Territoriali di Caccia, i cosiddetti ATC, sia i CAC, i comprensori alpini di caccia. Dobbiamo però ribadire che le azioni messe in campo dalla Regione in questi anni non sono state efficaci, a dimostrazione che il solo abbattimento non è sufficiente. Per sostenere la pesca, la Regione dovrebbe dedicare più risorse del Feamp (il fondo europeo per gli affari marittimi, la pesca e l’acquacoltura), dedicando più spazi anche alla pesca sportiva».

«Da tempo arrivano segnalazioni in merito, il cormorano deve essere riconosciuto come una specie da contenere a causa della pressione che esercita, con la sua alimentazione e per le malattie di cui può essere veicolo, sull’ittiofauna. È una soluzione dovuta anche in relazione all’infestazione del parassita Eustrongylides (Nematoda, Dioctophymatidae) che interessa sia questo tipo di volatile, sia i pesci di cui si nutre - lo afferma il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Michele Schiavi -. Questo intervento non può limitarsi solo alla provincia di Bergamo, in particolare al Sebino, dove i danni alla biodiversità sono già gravissimi, ma deve essere esteso a tutta la Lombardia e durante l’intero anno. L’abbattimento di poche centinaia di esemplari ogni anno non è sufficiente a contrastare il problema in modo efficace».

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