Nutrie, cacciatori volontari per contrastare il fenomeno

LE SEGNALAZIONI. Nella pianura bergamasca è di nuovo allarme nutrie. Nelle ultime settimane sono diverse le segnalazioni di agricoltori della zona per danni provocati da questi roditori.

Roditori che si riproducono e moltiplicano molto velocemente e che, non essendo specie cacciabile, si faticano a contenere. I cacciatori, però, potrebbero essere la risorsa giusta per contrastare il problema, ma servono corsi di abilitazione ad hoc. Ai sensi della legge numero 157 del 1992, articolo 2, la nutria è equiparata a ratti, topi, talpe e arvicole e pertanto non è considerata fauna selvatica e non è una specie cacciabile. Rientra però nel novero delle specie alloctone per le quali è prevista l’eradicazione o il controllo delle popolazioni.

un aspetto comportamentale che suscita preoccupazione è dovuto all’escavazione di cunicoli che utilizza come tane, anche se poco articolate, ma che è sufficiente per indebolire, danneggiare con rischio di collassamento degli argini dei corsi d’acqua e di conseguenza delle strade sovrastanti.

Una specie invasiva

La nutria infatti è considerata una specie invasiva e i danni che arreca al settore agricolo derivano dalla dieta che è in prevalenza erbivora, con particolare predilezione delle parti fibrose delle piante, come ad esempio radici o tessuti attorno alla base dei fusti. Inoltre un aspetto comportamentale che suscita preoccupazione è dovuto all’escavazione di cunicoli che utilizza come tane, anche se poco articolate, ma che è sufficiente per indebolire, danneggiare con rischio di collassamento degli argini dei corsi d’acqua e di conseguenza delle strade sovrastanti.

Emergenza ecologica

La rilevante presenza sul territorio lombardo della nutria sta determinando una vera e propria emergenza ecologica ed ambientale negli ultimi anni. E nella Bergamasca la situazione è la stessa. Le eventuali implicazioni anche di carattere sanitario, poi, contribuiscono a definire il quadro che allarma Comuni, Province e cittadini.

«La nutria – dichiara Michele Bornaghi, presidente di Federcaccia Bergamo – causa danni rilevanti all’economia agricola, alle arginature dei corpi idrici in cui costruisce le tane e, non da ultimo, agli ecosistemi umidi naturali. Non meno trascurabili sono anche i rischi connessi alla sicurezza stradale, dal momento che la nutria popola estese aree agricole con presenza di corsi d’acqua naturali o artificiali affiancati da strade».

Il piano di contenimento

Per questo motivo Regione Lombardia ha un «Piano di eradicazione, controllo e contenimento della nutria» (piano triennale; l’ultimo redatto è riferito al triennio 2024-2026). Pur non essendo cacciabile la nutria è però una specie che è soggetta a «controllo» ai sensi sempre della legge 157 ma articolo 19. «Per controllo – spiega – si intende una attività di prelievo della nutria che può avvenire sulla base del Piano regionale di eradicazione, controllo e contenimento della nutria con diverse modalità tra cui il trappolaggio e il prelievo numerico mediante arma da fuoco».

Quindi non si tratta di un prelievo venatorio bensì di attività di pubblico interesse che può essere esercitata da operatori abilitati o al trappolaggio o al prelievo con arma da fuoco e trappolaggio. E poi possono essere prelavate da agricoltori, sui propri fondi, che possono avere in dotazione gabbie fornite dalla Provincia. Senza dimenticare che il «controllo» può avvenire ad opera delle guardie volontarie e degli agenti della polizia provinciale. Ovviamente però nessuna di queste azioni può essere fatta nelle zone di interdizione alla caccia, nemmeno dagli operatori abilitati. Gli operatori volontari «sono persone – specifica – che hanno requisiti per essere cacciatori, cioè sono titolari di licenza e assicurati, perché possono sparare, e che in possesso di apposito corso sono anche operatori abilitati».

Quindi non operano in qualità di cacciatori ma in qualità di volontari che svolgono una attività di pubblico servizio. «Federcaccia storicamente si pone sempre a tutela della biodiversità, dell’equilibrio dell’ecosistema e delle colture – continua Bornaghi –. I cacciatori intervengono laddove chiamati e nominati operatori secondo le regole stabilite dal piano di prelievo e controllo nutria regionale al fine di perseguire un pubblico interesse».

Gli operatori volontari «sono persone – specifica – che hanno requisiti per essere cacciatori, cioè sono titolari di licenza e assicurati, perché possono sparare, e che in possesso di apposito corso sono anche operatori abilitati»

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