In Presolana «Fischia il vento»: nuova via sulla parete Nord

ALPINISMO. Aperta il 5 marzo dalle guide Parimbelli, Piccardi e Semperboni. «Dedicata all’80° della Liberazione e alla memoria di Angelo Bendotti»

C’è del nuovo in Presolana. La parete Nord della Regina delle Orobie, teatro da sempre delle più belle imprese dell’alpinismo sulle montagne bergamasche è in grado ancora oggi di offrire spazi di esplorazione e avventura. Lo hanno dimostrato le Guide alpine bergamasche Yuri Parimbelli, Matteo Piccardi e Simone Semperboni che, lo scorso 5 marzo, hanno tracciato una nuova via sul versante settentrionale della Presolana del Prato. «È il primo itinerario della parete aperto con la tecnica del “misto moderno” salendo con piccozze e ramponi per affrontare sia i tratti di neve e ghiaccio che le sezioni rocciose – spiega Matteo Piccardi –. La nostra montagna di casa ci ha regalato una meravigliosa giornata di scalata, impegnandoci al massimo con una progressione tecnica e difficile, dall’esito mai scontato fino alla fine, lungo una linea logica e bellissima».

«È il primo itinerario della parete aperto con la tecnica del “misto moderno” salendo con piccozze e ramponi per affrontare sia i tratti di neve e ghiaccio che le sezioni rocciose – spiega Matteo Piccardi –. La nostra montagna di casa ci ha regalato una meravigliosa giornata di scalata, impegnandoci al massimo con una progressione tecnica e difficile, dall’esito mai scontato fino alla fine, lungo una linea logica e bellissima».

La linea di salita era stata intuita da Yuri Parimbelli, appassionatissimo frequentatore delle Orobie, dove negli anni ha salito moltissime nuove vie di misto e non solo. Il 21 di febbraio lo stesso Parimbelli, in cordata con Piccardi e i giovani Loris Ranaglia e Gabriel Buda, aveva già percorso i primi cinque tiri della via, arrivando fino alla Cengia Bendotti: «Un primo assaggio molto pepato del carattere dell’itinerario. In questo settore della parete la roccia compatta non aiuta né la progressione né tantomeno a proteggersi adeguatamente. Abbiamo voluto affrontare la salita utilizzando solo protezioni tradizionali, chiodi, nut e friend, e questo ha reso più complesso, ma anche più entusiasmante riuscire a superare i passaggi che in alcuni punti arrivano fino al grado M8».

I tre scalatori hanno battezzato la nuova via «Fischia il vento», dedicandola all’80° anniversario della Liberazione dal nazifascismo, che cade proprio quest’anno, e alla memoria di Angelo Bendotti, presidente dell’Istituto bergamasco per la storia della Resistenza, scomparso lo scorso 23 dicembre.

Qualche settimana dopo questo primo approccio, Parimbelli e Piccardi sono tornati sotto la parete per completare la salita, questa volta in cordata con Semperboni. «Yuri ha ripercorso rapidamente la sezione che già avevamo scalato – prosegue Piccardi –. Dalla cengia Simone ha preso il comando, aprendo altre tre lunghezze, anch’esse impegnative e spettacolari, che ci hanno portato fino alla base della colata sospesa di neve pressata e ghiaccio che porta alla caratteristica grotta a metà parete. Qui sono passato io in testa. Dopo i primi metri un po’ incerti, dove sono riuscito a mettere tre protezioni non proprio a prova di bomba, sono riuscito a completare anche questo tiro pazzesco, che rappresentava l’incognita principale della salita. Ancora tre lunghi tiri, di cui l’ultimo nuotando letteralmente nella neve inconsistente, e, poco dopo le 17, siamo finalmente sbucati sulla vetta della Presolana del Prato».

La dedica

I tre scalatori hanno battezzato la nuova via «Fischia il vento», dedicandola all’80° anniversario della Liberazione dal nazifascismo, che cade proprio quest’anno, e alla memoria di Angelo Bendotti, presidente dell’Istituto bergamasco per la storia della Resistenza, scomparso lo scorso 23 dicembre.

«Questa salita, tanto sognata e voluta, per noi rappresenta qualcosa che va ben oltre gli sterili tecnicismi – conclude Piccardi -. Come alpinisti sentiamo la necessità che il nostro andare per montagne in qualche modo esprima anche le nostre idee. “Tutto è politica”, scriveva Michela Murgia, non esserne consapevoli porta all’indifferenza e noi sappiamo che non possiamo astenerci dal parteggiare. Abbiamo voluto dare a questa salita un nome importante per noi ed evocativo di un periodo storico terribile che il nostro paese ha tragicamente vissuto a caro prezzo. Ottant’anni fa, in un gelido inverno, i nostri nonni erano in procinto di scrollarsi di dosso il periodo più buio della nostra storia. Fischia il vento per non dimenticare mai che la libertà va difesa, a tutti i costi. Fischia il vento per tutte le donne e gli uomini liberi. Fischia il vento per Angelo Bendotti, amico, che ho incontrato per un troppo breve tempo sulla mia strada».

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